Botte e minacce alla negoziante, condannata banda di estorsori

In un anno la 40enne costretta a pagare 45mila euro

Il tribunale di Bergamo

Il tribunale di Bergamo

Bergamo, 12 dicembre 2017 - In un anno, dal 2015 al 2016, era stata costretta a cedere 45mila euro, a sentire minacciato il figlio adolescente e a vedere picchiato il suo compagno, titolare di un negozio di ortofrutta. L’odissea della donna, 40 anni, di Lallio, è finita ieri con la condanna per estorsione aggravata e lesioni delle tre persone che l’avevano presa di mira.

La pena più alta, 5 anni di reclusione, il gup l’ha inflitta a N.B., 46 anni, di Partinico ma da qualche anno residente ad Azzano San Paolo, numerosi precedenti per estorsione, associazione di stampo mafioso e traffico di stupefacenti (attualmente ai domiciliari).Quattro anni e 2 mesi e 4 anni sono invece le condanne rimediate dai suoi complici, rispettivamente S.C., 37 anni, messinese, residente però a Calcinate, (tutt’ora sottoposto all’obbligo di presentazione quotidiana ai carabinieri) e P.B., 53 anni, di Cenate Sotto (agli arresti domiciliari). 

La vicenda prende il via nell’ottobre 2015, quando la 40enne, a causa di problemi economici, chiede e ottiene da un commerciante cinese suo amico il prestito di 35mila euro. Nel marzo del 2016 la restituzione del denaro non è ancora cominciata, allorchè l’orientale fa effettuare dei lavori in casa e, al momento del pagamento, confessa all’artigiano P. B.a: «Non ho i soldi necessari, ma ti posso cedere il credito che ho con un’amica».

A quel punto, secondo le accuse, P.B. contatta N.B., che a sua volta coinvolge S.C.. I due più volte pretendono dalla 40enne denaro in contanti o a tassi d’interesse altissimi, incassando contanti o assegni per somme dai mille ai 3mila euro, che la signora a volte si fa prestare dalla madre, mentre in altre circostanze consegna il cellullare e il Rolex da 6mila euro del compagno. Ad un certo punto lei minaccia di andare dai carabinieri. N.B., però, non cede. «Dai carabinieri ti accompagno io in sedia a rotelle», le risponde. E ancora: «Ti faccio prostituire». 

Quindi l’episodio più cruento: N.B. e S.C. si presentano nel negozio del compagno della 40enne e lo picchiano. Spaventata, la donna decide di non sporgere denuncia. Fino alla minaccia che, il 20 marzo 2017, la spinge a rivolgersi alla Guardia di Finanza di Bergamo: «Ti faccio sparire il figlio». Le indagini scattano immediatamente e, attraverso le intercettazioni telefoniche, le Fiamme Gialle ascoltano le richieste di denaro. Quindi, a fine marzo, i tre vengono arrestati.