Omicidio di Daniela Roveri: senza telefonino investigatori in un vicolo cieco

Oltre al telefonino è sparita anche la borsetta di Daniela Roveri: forse un tentativo di depistaggio per far pensare a una rapina finita male

Daniela Roveri (De Pascale)

Daniela Roveri (De Pascale)

Bergamo, 29 dicembre 2016 - Per un giorno e mezzo lo smartphone di Daniela Roveri, la manager d’azienda di 48 anni, sgozzata dieci giorni fa nell’androne di casa, in via Keplero, quartiere Colognola, è rimasto acceso. Poi il silenzio. Eppure gli uomini della Squadra mobile della questura di Bergamo, sono convinti che l’iPhone 6 della donna sia ancora in zona, in un raggio di circa 500 metri dalla palazzina dove la dirigente della ditta Icra di San Paolo d’Argon viveva con la mamma, Silva Arvati. Sia mercoledì sia ieri i poliziotti hanno passato al setaccio un’area che comprende le vie Fermi, Einstein e Azzanella. Il cellulare della vittima è stato agganciato alla cella di Colognola prima di scaricarsi, questo fa pensare che l’assassino potrebbe averlo gettato o nascosto in zona. Per gli inquirenti, coordinati dai pm Davide Palmieri e Fabrizio Gaverini, è fondamentale trovare il telefonino della vittima, anche perché potrebbero esserci impronte del killer. Ogni area verde vicino a via Keplero è stata controllata minuziosamente.

Oltre al telefonino è sparita anche la borsetta di Daniela Roveri: forse un tentativo di depistaggio per far pensare a una rapina finita male. Pista che però è ormai quasi scartata dagli investigatori, data la violenza con cui la donna è stata uccisa: sgozzata con un colpo netto alla gola. Particolare che lascia ipotizzare un forte risentimento covato dall’assassino, magari per anni, ma tanto grande da spingerlo a pianificare quello che a tutti gli effetti sembra un “delitto perfetto’’, consumato in 14 minuti esatti. La falla potrebbe aprirla il telefonino, ed è quello che gli inquirenti stanno cercando senza sosta.