Omicidio di Bergamo, il quartiere ai raggi X: si cerca il cellulare di Daniela Roveri

L’Iphone potrebbe far luce su una vita “anonima’’

La polizia in via Keplero, dove abitava Daniela Roveri (nel riquadro)

La polizia in via Keplero, dove abitava Daniela Roveri (nel riquadro)

Bergamo, 29 dicembre 2016 - Ancora non c’è traccia dell’Iphone 6 di Daniela Roveri. Così come della sua borsetta. Stesso discorso vale anche per l’arma del delitto. Gli uomini della Mobile della questura di Bergamo hanno continuato a perlustrare la zona attorno a via Keplero, quartiere Colognola, dove la manager d’azienda abitava con la madre. I poliziotti hanno cercato ovunque, anche nei cestini dei rifiuti e nei bidoni dell’immondizia, ma senza alcun risultato.

Trovare il cellulare della vittima è importante in quanto potrebbe fornire elementi utili alle indagini, coordinate dai pm Fabrizio Gaverini e dal collega Davide Palmieri. Così come è importante conoscere i risultati della Scientifica sull’eventuale materiale biologico isolato dal corpo della donna. Gli investigatori hanno fretta di chiudere il cerchio, anche perchè sanno benissimo che più passa il tempo e più diminuiscono le probabilità di arrivare a individuare l’assassino. Gli uomini della Mobile, guidati dal dirigente Giorgio Grasso stanno facendo gli straordinari (hanno lavorato anche a Natale) per riuscire a risolvere questo omicidio che si presenta come un vero mistero. Daniela Roveri, nonostante occupasse nel lavoro un posto di responsabilità alla ditta Icra di S.Paolo d’Argon, aveva una vita "anonima". Nel suo passato e nel suo presente non sarebbero emerse situazioni particolari. Una donna attaccata al suo lavoro, a cui piaceva viaggiare (anche con la mamma Silva Arvati) e curare il fisico (frequentava la palestra Il Club ad Azzano S.Paolo). Una manager senza macchia, ma stando così le cose, viene da chiederesi: chi può aver coltivato un risentimento così forte al punto da sgozzarla? E soprattutto, per quale motivo?