Omicidio a Bergamo, al setaccio i computer di Daniela Roveri

Si cerca una traccia dell'assassino anche nelle ultime email inviate e intanto il telefonino non si trova ancora

La polizia in via Keplero, dove abitava Daniela Roveri (nel riquadro)

La polizia in via Keplero, dove abitava Daniela Roveri (nel riquadro)

Bergamo, 24 dicembre 2016 - L'iPhone6 di Daniela Roveri, ancora non si trova. È sparito con la borsetta della manager d’azienda uccisa martedì sera con una coltellata alla gola nell’androne di casa, in via Keplero, quartiere Colognola. Gli ultimi segnali del telefonino, giovedì mattina, lo avevano localizzato ancora a Colognola. Poi più nulla. Muto. Ma la polizia prosegue nella sua ricerca anche per capire se assieme al telefonino ci possono essere altri oggetti della contabile della ditta Icra spa di San Paolo d’Argon, come carta di credito, documenti o soldi. L’attenzione degli investigatori è concentrata anche sui computer di Daniela, quello personale e quelli che utilizzava in ufficio. Non è escluso che analizzando le email si possano trovare elementi utili. Anche se Daniela è stata descritta come una donna schiva, allergica ai social network (non aveva una pagina su Facebook e il suo profilo era sconosciuto anche su Linkedin e WhatsApp). Daniela non si era mai sposata ed era molto legata alla madre Silvia Arvati con cui viveva sin dal 1975, dopo la morte del padre. La manager aveva però una relazione con un partner, conosciuto in palestra al “Club” di via Azzanella: interrogato dalla polizia l’uomo è però risultato avere un alibi di ferro. Così come un secondo uomo, anche lui sottoposto a interrogatorio. In questo caso si tratterebbe di uno spasimante non corrisposto, un profilo adattabile per ipotetico movente e modus operandi a questo omicidio. Ma anche in questo caso la pista non ha portato a nulla. Tuttavia il movente passionale rimane quello privilegiato dagli uomini della Squadra mobile. Ma non è stata affatto scartato le frequentazioni di Daniela per motivi di lavoro. La vittima ricopriva alla Icra di S.Paolo d’Argon un incarico di rilievo. Irreprensibile sul lavoro, una caratteristica che potrebbe aver ingenerato qualche contrasto o aver toccato gli interessi di qualcuno. Rimane, infine, la pista della rapina degenerata, una ipotesi che non trova molto credito tra gli inquirenti, abbastanza scettici. Scetticismo che circonda una possibile figura del rapinatore-omicida. Come è successo nel caso di Seriate, stando al racconto di Antono Tizzani, indagato per la morte della moglie Gianna Del Gaudio. Vero, tra questo omicidio e quello di Daniera Roveri ci sono analogie (ad esempio il taglio alla gola) come ha sottolineato anche il senatore Roberto Calderoli in una nota. Ma è bene precisare, come ha sostenuto il procuratore capo di Bergamo, Walter Mapelli, non si ravvisano collegamenti fra i due episodi. Non c’è, insomma, nessun serial killer.