Omicidio di Daniela Roveri, in un capello il dna del killer

Delitto di Colognola: al via le analisi genetiche sul capello di un uomo trovato in una mano di Daniela Roveri, uccisa il 20 dicembre nell’androne di casa

Daniela Roveri (De Pascale)

Daniela Roveri (De Pascale)

Bergamo, 11 gennaio 2017 - Entro la fine della settimana, al massimo i primi giorni della prossima, si dovrebbero conoscere i risultati degli accertamenti genetici eseguiti sul capello, corto e appartenente a un uomo, trovato nelle mani di Daniela Roveri, la manager di 48 anni uccisa la sera del 20 dicembre nell’androne di casa sua, in via Keplero, quartirere Colognola. Gli esami sono stati effettuati ieri nei laboratori del Gabinetto regionale della Polizia scientifica, a Milano. Particolare importante: il capello è dotato di un bulbo dal quale è possibile estrapolare il dna che potrebbe dare una svolta alle indagini. Una volta isolato, il dna verrà confrontato con i profili genetici di chi è intervenuto sulla scena del crimine (vale a dire i soccorritori del 118, i poliziotti) e con chi aveva motivi per stare a contatto con la vittima (amici, parenti, e inquilini del palazzo dove abitava la manager). Se invece appartenesse a un estraneo, sarebbe l’elemento da cui partire per arrivare a indentificare l’assassino. Sulla vittima sono stati inoltre effettuati diversi tamponi, a caccia di tracce biologiche e anche il materiale prelevato sotto le unghie verrà analizzato.

Riguardo le indagini, la pista passionale, che all’inizio sembrava la più accreditata, con il tempo ha perso consistenza, tant’è che anche i pm Davide Palmieri e il collega Fabrizio Gaverini paiono crederci poco. Rimane quella del delitto maturato in ambiente lavorativo. Per questo motivo, mentre proseguono le ricerche del cellulare della vittima sparito la sera dell’omicidio, nei prossimi giorni verranno sentiti i colleghi della ditta di San Paolo d’Argon, dove la 48enne ricopriva un ruolo importante. Saranno poi ascoltati nuovamente gli inquilini del palazzo dove Daniela viveva con la mamma e altri residenti della zona.

Intanto la petizione inoltrata al sindaco Gori per chiedere più sicurezza a Colognola è arrivata a quota 300 firme. I residenti del quartiere, soprattutto le mamme riunite nel comitato “Help Mum”, hanno elencato una serie di priorità che vanno dalla presenza di telecamere, ad una maggiore illuminazione. La questione è sbarcata anche a Palafrizzoni: Alberto Ribolla e Luisa Pecce, della Lega Nord, hanno presentato un’interrogazione in cui domandano al presidente del consiglio comunale «quali accorgimenti siano stati adottati per tutelare la sicurezza dei cittadini di Colognola, preso di mira da ladri e rapinatori, teatro di un recente omicidio».