Covid: l’Oms aveva dato indicazioni sul piano pandemico

La direttiva a quanto pare restò inascoltata: è quanto emerge da un'inchiesta

Antonio Chiappani, procuratore capo di Bergamo

Antonio Chiappani, procuratore capo di Bergamo

Bergamo, 21 gennaio 2021 - Anche quella di ieri è stata un’altra lunga giornata di audizioni in Procura. E’ stata la volta, infatti, dell’ex direttore del settore Prevenzione del ministero della Salute, Claudio D’Amario, e del funzionario Filomena Pistacchio, sentiti dal pool di magistrati coordinati dall’aggiunto Maria Cristina Rota e dal procuratore Antonio Chiappani. D’Amario ha lasciato gli uffici di piazza Dante dopo le 17. All’uscita ha dichiarato: "Ho fornito tutte le spiegazioni in modo da essere utile a ricostruire questa vicenda complessa. Il piano pandemico aggiornato? Ho fornito informazioni anche nel rispetto dell’indagine con la massima trasparenza. Mi sono state fatte domande su tutta l’attività svolta dal primo di gennaio a oggi. Abbiamo fornito tutte le informazioni di carattere conoscitivo. Domande sulla zona rossa di Alzano Lombardo? Non mi va di riferire cose che sono oggetto di indagine, è stato risposto a tutti i quesiti che sono stati posti". 

L’inchiesta avviata dalla Procura di Bergamo per epidemia colposa continua a scavare alla ricerca della verità. E dalle indagini (anche grazie alle audizioni) pare emergere in modo chiaro che l’unico piano pandemico era quello del 2006, denominato antinfluenzale. Dal punto di vista dei dirigenti non riguardava il coronavirus che influenzale non è. Ma gli inquirenti sono convinti che nel suo impianto quel piano aggiornato e pronto per essere applicato, sarebbe in qualche modo servito. E su questo vogliono vederci chiaro. A maggior ragione se si pensa che l’Oms tra gennaio e febbraio, quando era scoppiata la prima ondata, aveva dato indicazioni sulla sua applicazione (il piano era stato aggiornato nel 2017, ma solo alla pagina web: il documento è quello del 2006). Ma a quanto pare non sarebbe avvenuto.

Riguardo il cluster all’ospedale di Alzano Lombardo, dove la domenica 23 febbraio venne chiuso e poi riaperto dopo due ore il Pronto soccorso, il Cts a giugno aveva dati contrastanti. Un esempio. Se un deceduto ricoverato all’ospedale era residente a Villa di Serio, veniva registrato come un morto di quel Comune. Dati disparati. Settimana prossima si continua. Diffusione pandemia. In Bergamasca, nella settimana dal 13 al 19 gennaio c’è stato un rallentamento. I nuovi casi di coronavirus sono stati 537, con media giornaliera di 77 contagi, "in chiara diminuzione (-151) rispetto al dato di settimana scorsa, che vedeva un aumento pari a +688 casi", hanno evidenziato Alberto Zucchi, Elvira Beato e Ciampichini del Servizio epidemiologico dell’Ats. Il valore di incidenza complessivo settimanale scende a 47 casi per 100mila abitanti. I Comuni della zona del lago d’Iseo, la Val Cavallina, l’Isola Bergamasca, Treviglio e Romano di Lombardia restano le aree più critiche, anche se con numeri contenuti. Migliorano Grumello e Bergamo. 

I tassi di incidenza maggiormente elevati per singolo Comune sono rappresentati da Fonteno (ma a causa di soli due casi), Tavernola Bergamasca, Predore, Sotto il Monte Giovanni XXIII, Selvino e Filago". I Comuni in cui il virus ha accelerato rispetto alla settimana precedente sono Sotto il Monte Giovanni XXIII (+7), Castelli Calepio (+7), Fara Gera d’Adda (+6), Filago (+5) e Costa Volpino (+5). A Villa di Serio, segnalato due settimane fa come critico, è tornato alla normalità (altri -8 casi). Sono 116 i Comuni dove non si è registrato nessun caso. Addirittura in Val Brembana e Valle Imagna è completamente fermo. "Il valore di Rdt provinciale è sceso sotto il valore di 1 (0,8)".