In salita al Passo San Marco, precipita esperto escursionista

Il corpo recuperato all’alba dal soccorso alpino e speleologico

I soccorsi per l’escursionista precipitato

I soccorsi per l’escursionista precipitato

Bergamo, 23 maggio 2017 - Di lui si erano perse le notizie da domenica: non aveva più fatto rientro a casa dall’escursione in montagna. Ieri all’alba, purtroppo, la drammatica notizia: Corrado Cerea, 49 anni, residente a Pozzo d’Adda dal 2003 (prima aveva abitato a Gessate), ha perso la vita al Passo San Marco, in Alta Valle Brembana, dopo essere precipitato in una zona impervia.

Secondo una prima ricostruzione dei fatti, la vittima, escursionista esperto, ben equipaggiato, era partito domenica mattina presto, da solo, per una salita verso il rifugio Balicco, a Mezzoldo, a 2mila metri di quota. Il mancato rientro ha allarmato i familiari, che hanno chiesto aiuto. La centrale operativa ha allertato la guardia di finanza, i vigili del fuoco e il Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico (Cnas) lombardo, una vera e propria task force che domenica sera, dopo le 21, ha attivato le ricerche. Complessivamente sono stati impegnati una ventina di tecnici delle delegazioni VI Orobica e VII Valtellina-Valchiavenna, la stazione di Morbegno e una unità cinofila molecolare. Le ricerche si sono concentrate nella zona del passo San Marco. Ieri, intorno alle 6.30, il corpo dell’escursionista è stato individuato dall’elicottero del 118 decollato da Brescia, dopo qualche minuto di sorvolo.

Dz un prima ricognizione esterna da parte dei sanitari, la morte appare causata dalle ferite riportate nella caduta in una zona impervia, con presenza di erba e una lingua di neve ghiacciata. Non si può escludere che, durante la salita per raggiungere il rifugio, Corrado Cerea sia stato tradito proprio dalla presenza di neve ghiacciata che potrebbe avergli fatto perdere l’equilibrio mentre era sul sentiero. Dopo il recupero, la salma del 49enne è stata composta nella camera mortuaria del cimitero in attesa del nulla osta del magistrato di turno per il trasferimento nel suo paese di origine per i funerali.

Per gli accertamenti di legge sono stati allertati i carabinieri della compagnia di Zogno. Gli stessi che domenica pomeriggio sono dovuti intervenire a Palazzago per il 57enne esperto di volo, Emilio Goldin, residente a Peschiera Borromeo, deceduto dopo essere finito con il suo parapendio contro la parete rocciosa del monte Linzone, tra Valle Imagna e valle San Martino. L’uomo avrebbe perso il controllo del parapendio a causa del vento forte. È stato trovato appeso alla sua imbragatura, la vela incastrata ad alcuni arbusti sopra la parete rocciosa. L’avvitamento - nella discesa il parapendio sarebbe ruotato su se stesso - è una prima ipotesi che dovrà essere confermata dagli accertamenti. Per questo il pm di turno, Emanuela Marchisio, ha deciso di sequestrare il parapendio. Emilio Goldin lavorara per una ditta del gruppo Ferrovie dello Stato. Appassionato di volo, faceva parte dell’aeroclub Monte Cornizzolo. Disperata la compagna che domenica lo aveva accompagnato in auto alla Roncola e poi aveva deciso di aspettarlo al campo Volo libero Bergamo, dove lui però non è mai atterrato.