Una pattuglia dei carabinieri
Chiuduno, 31 ottobre 2017 - Se l'è vista brutta una 35enne di Chiuduno, costretta a chiamare i carabinieri per fuggire alla furia del marito ubriaco, che maltrattava lei e i tre figli piccoli. Secondo la denuncia presentata dalla donna, l’uomo, un 39enne di origini calabresi, sarebbe ludopatico, passerebbe gran parte della giornata a sperperare soldi alle slot machine e avrebbe problemi con l’alcol. Lui ribatte che sarebbe tutta un’invenzione della donna, che ha un amante e vorrebbe sbarazzarsi di lui. Il 39enne è stato arrestato con l’accusa di maltrattamenti in famiglia. Ieri, al termine del processo per direttissima, il giudice Antonella Bertoja lo ha rimesso in libertà, con la misura dell’allontanamento dalla casa familiare. Il dibattimento è stato rinviato al 15 novembre per la sentenza.
Tutto inizia nel primo pomeriggio di domenica quando l’uomo, stando al racconto della moglie, si sarebbe recato al solito bar a giocare alle macchinette. Intorno alle 12, finiti i soldi, le avrebbe telefonato intimandole con metodi bruschi di andarlo a prendere con l’auto, perché avrebbe dovuto accompagnarlo al bancomat a prelevare altro denaro. La donna, però, rimane a casa e intorno alle 18 decide di uscire con i figli per andare a mangiare un gelato. In gelateria riceve una nuova telefonata minacciosa da parte del 39enne, che la raggiunge nel parcheggio del locale, dove entra in contromano rischiando di travolgere lei e i figli.
Sceso dalla vettura, afferra la donna e i bambini e li costringe a salire in auto. In quel mentre, però, arrivano i carabinieri, che la 35enne ha avvertito subito dopo la telefonata del coniuge. L’uomo, completamente ubriaco, la minaccia di morte in caso di una sua denuncia. Alla fine viene ammanettato e arrestato. «Non sono ludopatico - ha detto ieri in aula -. E’ tutta una invenzione di mia moglie che ha un altro e vuole lasciarmi».