Abbigliamento sportivo contraffatto: sequestrati capi e scoperto laboratorio 'alveare'

La merce veniva prodotta in aziende nella Bergamasca. Poi, ceduta ad una ditta intestata a un cinese, con officina e appartamento a Monza

Capi sportivi contraffatti sequestrati

Capi sportivi contraffatti sequestrati

Bergamo, 8 settembre 2017 - Nei giorni scorsi, nell’ambito di attività di controllo economico del territorio, i militari della Compagnia della Guardia di Finanza di Treviglio hanno sottoposto ad ispezione un furgone condotto da cinesi, regolari sul territorio, risultato carico di merce contraffatta. All’interno del mezzo sono stati rinvenuti numerosi capi di abbigliamento sportivo (tra cui magliette, pantaloncini, sciarpe) riportanti i colori sociali ed i loghi di note squadre calcistiche, nazionali ed estere, nonché i nomi di famosi calciatori, tutti riprodotti in assenza dei necessari titoli autorizzativi.

L’esame dei documenti di trasporto esibiti al momento del controllo ha permesso di risalire a due imprese di produzione della merce, entrambe nella Bergamasca, le quali avevano ceduto i capi in conto lavorazione alla ditta individuale intestata ad uno dei cinesi controllati. Le successive perquisizioni eseguite nel laboratorio e nell’appartamento accanto in uso ai cittadini di nazionalità cinese, a Monza, nonché nelle due imprese di produzione orobiche hanno consentito di trovare e sequestrare ulteriori capi di abbigliamento contraffatti.

Nei locali di Monza sono anche stati identificati 15 cinesi di cui 4 clandestini. L’evidente stato di degrado e le scarse condizioni igieniche del laboratorio e dell’appartamento (in cui sono stati individuati ben 23 posti letto in 70 mq), ha costretto i militari a richiedere l’intervento sul posto di personale dell’A.T.S. brianzola, anche per la verifica degli aspetti inerenti la prevenzione e la sicurezza degli ambienti di lavoro. L’attività delle Fiamme Gialle si è conclusa con il sequestro di oltre 400 capi di abbigliamento e con la denuncia di tre persone per l’ipotesi di reato di contraffazione, alterazione e uso di marchi o segni distintivi e di 4 cinesi, risultati clandestini, per l’ipotesi di reato di ingresso e soggiorno illegale nel territorio dello Stato (gli stessi venivano accompagnati presso la Questura di Milano per l’avvio della procedura di espulsione).