Caso Yara, pm: "L'incontro fatale con Bossetti avvenne vicino a casa della vittima"

Il giorno della requisitoria del pubblico ministero: "Non cercammo di cucire addosso degli elementi, ma cercammo riscontri in quello che già c'era"

Yara Gambirasio e Massimo Bossetti

Yara Gambirasio e Massimo Bossetti

Bergamo, 18 maggio 2016 - Oggi è il giorno di una nuova - decisiva - tappa del processo per la morte di Yara Gambirasio. Un giorno atteso, quello della richiesta di condanna da parte del pm Letizia Ruggeri per Massimo Bossetti, accusato dell'omicidio della ginnasta di Brembate. Con ogni probabilità la richiesta del pubblico ministero per il muratore di Mapello sarà quella dell'ergastolo

Il pm Letizia Ruggeri, nella sua requisitoria, pur spiegando che non è possibile stabilirlo con certezza, ha detto che "l'incontro fatale" con l'imputato Massimo Bossetti "non è accaduto davanti alla palestra" da cui Yara scomparve, ma nelle vicinanze dell'abitazione della ragazza in via Morlotti oppure in via Rampinelli, due strade che la 13enne avrebbe dovuto necessariamente percorrere per tornare a casa. Il pm ha cercato, inoltre, di smontare le consulenze della difesa, in particolare sui video delle telecamere di sorveglianza della zona e sulle fibre trovate sul corpo della vittima "identificabili con probabilità" con quelle rinvenute sui sedili del mezzo del muratore. Il pm, dopo una breve pausa, sta proseguendo nella requisitoria. Il pm ha quindi iniziato a descrivere le ricerche a sfondo pornografico ritrovate nei computer di casa Bossetti.

Il pm ha inoltre  spiegato che oltre alla "prova genetica", ovvero al dna che rappresenta "il faro dell'inchiesta", a carico del muratore di Mapello vi è "un corollario significativo" di indizi caratterizzati da "gravità, precisione e concordanza": i tabulati telefonici dell'imputato e le immagini del mezzo ripreso dalle telecamere di sorveglianza della zona. "Elementi che vanno letti complessivamente" e che dimostrano come "non cercammo di cucire addosso degli elementi, ma cercammo riscontri in quello che già c'era". I tabulati telefonici di tutte le persone che transitarono a Brembate il 26 novembre 2010 e le immagini delle telecamere - ha ricordato l'accusa - furono acquisite, infatti, nei giorni immediatamente successivi alla scomparsa della ragazza, mentre la figura di Bossetti comparve nel giugno 2014. Letizia Ruggeri dovrebbe concludere nel tardo pomeriggio la sua requisitoria che, con tutta probabilità, si chiuderà con una richiesta di condanna all’ergastolo. 

Il pubblico ministero aveva già parlato sette ore, ricostruendo nel dettaglio le indagini, nella giornata di venerdì scorso: dalla scomparsa della ragazza, al ritrovamento del corpo, alla ricostruzione della tragica morte ("Yara è morta con una lenta agonia, ha provato paura e dolore", ha ricordato il pm in uno dei passaggi più drammatici dell'udienza). Infine il pm aveva anche spiegato come si è giunti a individuare Massimo Bossetti come presunto colpevole. 

Fibrte ritrovate furgone compatibile, di ferro compativili ambiente, bossetti questo dolitto no chiaro movente ma non idnebolisce castello accusatorio, ha citato omicidio 2003 autotrasport uccise semplicemente contestaz stradale, tramortita, cassone camion strangolata gettata canale e tornata casa sera regalando cell vittima a moglie

bossetti proponesa mentire, mentitto qui in aukla ha detto che non sapeva come era finito il dna su yara, poi strampalato, dice non ricordare pomeriggio 26 novembre ma intercettato moglie giornata piovosa terreno fangoso. E' evidente il dolo domicliare ha voluto infierire, abbandonare yara, ha infierito con lesioni non mortale ma idonee a far soffrirem, lesioni eccessive, abbandionata in campo dove era impossibile trovarla, agito sevizie e crudeltà volonta infliggere vittima siofferenza aggiuntivba aggiungere dolore ci è riuscioto morta sofferenza e lunga agonia