Processo Bossetti, sugli slip di Yara "tracce evidenti di Ignoto 1"

In aula schermaglie tra difesa e accusa sulla deposizione del tenente colonnello Giampietro Lago, il comandante del Ris di Parma. Minacce dai social: scorta volante per il pm Ruggeri

Yara Gambirasio e Massimo Bossetti

Yara Gambirasio e Massimo Bossetti

Bergamo,21 ottobre 2015 -   Ancora minacce dai social e alla pm Letizia Ruggeri è stata assegnata una scorta volante.  Da un paio di settimane il magistrato è  seguita da un servizio di vigilanza dinamica, con passaggi di pattuglie delle forze dell'ordine a casa sua, in procura e alla scuola della figlia, dopo la comparsa di frasi minacciose contro di lei su Facebook. La decisione è stata presa dal Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica. La notizia è stata resa nota dalla trasmissione 'Quarto Grado'. 

DIFESA: "INUTILIZZABILI DICHIARAZIONI RIS LAGO" - Intanto in aula è ripreso il processo ed è stato subito nuovo scontro. La difesa di Massimo Bossetti ha chiesto l'inutilizzabilità delle dichiarazioni del tenente colonnello Giampietro Lago, il comandante del Ris di Parma, che ha iniziato stamani la sua deposizione, riguardo la relazione del reparto su tutti gli accertamenti svolti riguardo l'omicidio di Yara Gambirasio. Per gli avvocati Paolo Camporini e Claudio Salvagni, le dichiarazioni dell'ufficiale sono inutilizzabili in quanto, non avendo firmato la relazione, può riferire unicamente sulle attività da lui direttamente compiute. "Non c'è nessuna norma che sancisce questa inutilizzabilità - ha replicato il pm Letizia Ruggeri -. Il Ris ha compiuto oltre 16 mila accertamenti ed è impossibile che il colonnello Lago abbia partecipato a tutti".  Il comandante del Ris, in precedenza, aveva spiegato che, con la trasmissione della relazione, l'aveva fatta sua e ha specificato che, sull'attività dei suoi uomini, il comandante ha esercitato un'attività di "verifica e controllo" comunicando costantemente e direttamente con l'autorità giudiziaria. I giudici, presieduti da Antonella Bertoja, hanno spiegato che "il colonnello, come comandante del Ris, aveva il controllo del lavoro dei suoi uomini che, se necessario potranno essere sentiti sui singoli accertamenti". Il giudice Antonella Bertoja ha dato ragione con riserva al pm.

RIS: "DNA DI IGNOTO 1 SU SLIP DI YARA" - L'ufficiale ha cominciato a spiegare gli esami svolti sui reperti che furono trovati sul corpo della ragazza uccisa. Solo sul polsino di una manica del giubbotto della 13enne, è stato trovato dna che non appartiene alla piccola vittima, ma a Silvia Berna, l'istruttrice di ginnastica del centro sportivo di Brembate Sopra, totalmente estranea alla vicenda. Ma il punto centrale dell'inchiesta sono gli slip della ragazzina. L'indumento intimo presenta un taglio in una posizione latero-posteriore destra che "è un'incisione, non uno strappo o uan lacerazioen prodotta dall'azioend egli animali". Pochi centimetri più in là, in prossimità del taglio, è stata trovata una traccia mista del profilo genetico della vittima e, per la prima volta, di quello di uno sconosciuto di sesso maschile. Secondo l'investigatore e secondo l'accusa, si tratta di una traccia lasciata dall'assassino: "E' del tutto inverosmile ed improbabile la deposizione del dna fuori da quel contesto". Secondo il colonnello Lago, l'assassino avrebbe "firmato" in 14 punti quella traccia. In otto il dna di Yara è maggioritario rispetto a quello dell'uomo che gli investigatori hanno denominato 'Ignoto 1', che poi venne accertato essere di Massimo Bossetti. In altre cinque è prevalente il profilo genetico dell'aggressore e la traccia era "di quantità e qualità interessante". Nell'ultimo, la traccia dell'uomo è presente ma non decifrabile.  "In tutti questi casi di prelievo - ha puntualizzato il comandante dei Ris - il profilo genetico che emerge è sempre maschile e sempre uguale a se stesso"

"CHI ERA IGNOTO 1?" - A quel punto, ha aggiunto il colonnello Lago durante la testimonianza resa nel processo a carico del carpentiere di Mapello, "si trattava soltanto di capire chi fosse". Tra gli inquirenti, tuttavia, serpeggiava qualche dubbio: "Ci siamo chiesti se avesse senso affrontare una ricerca così impegnativa, anche dal punto di vista economico-finanziario. La risposta è stata certamente sì". Così sono scattate le indagini alla ricerca dell'uomo con un Dna compatibile a quello rintracciato sugli slip e i leggings di Yara. "Ignoto 1 - ha spiegato Lago - è un Dna con caratteristiche somatiche, come colore degli occhi e dei capelli, tipiche delle popolazioni di Irlanda, Nord Italia e Spagna". Inoltre, dagli accertamenti genetici è emerso che "Ignoto 1 aveva al 94 per cento delle possibilità gli occhi chiari". Elemento, questo, che ha portato a escludere la possibilità che a uccidere Yara fosse stato un uomo di colore, considerato che "la popolazione nordafricana ha gli occhi scuri". Invece, dall'esito di queste analisi, "ci siamo convinti che il soggetto che stavamo cercando era un uomo originario dell'area padana". Il colonnello Lago si è detto certo della validità dei risultati ottenuti: "Con Ignoto 1 abbiamo acquisito una quantità di informazioni genetiche che non solo erano sufficienti, ma andavano ben oltre il limite della sufficienza". Dall'esperto anche una precisazione sulle differenze tra Dna nucleare e Dna mitocondriale: "Il Dna nucleare è quello contenuto all'interno del nucleo della singola cellula. Quando è possibile avere tracce di Dna nucleare, il mitocondriale non si prende neppure in considerazione. Esistono situazioni in cui il Dna nucleare non c'è più, perché degrada in maniera estremamente più rapida. E soltanto in questi casi si punta sul Dna ipocondriale che, per la sua struttura, è molto più resistente". I difensori di Bossetti, da sempre, insistono sul fatto che accanto a Ignoto 1 sia stata rintracciata la presenza di Dna mitocondriale non riconducibile a quello del carpentiere di Mapello. Ma questa circostanza, secondo il comandante dei Ris, è "inattesa ma non anomala".

ha collaborato Gabriele Moroni