Il Bocia e gli altri: ricorso contro l'assoluzione degli ultras dell'Atalanta

Contro l’assoluzione di Galimberti e altri 4 ultras per associazione a delinquere il pm Pugliese ha depositato il ricorso in Appello

Il Bocia Claudio Galimberti

Il Bocia Claudio Galimberti

Bergamo, 16 novembre 2017 - Quelle poche paginette di motivazioni, trattate più in punta di sociologia che di diritto, con cui il collegio presieduto dal giudice Giovanni Petillo ha assolto (sentenza 20 ottobre) dall’accusa di associazione per delinquere finalizzata al tifo violento Claudio Galimberti, nome di battaglia Bocia, leader della Nord atalantina, Andrea Piconese, Luca Valota, Davide Pasini e Andrea Quadri, perché il fatto non sussiste, non le ha condivise. Per questo il pm Carmen Pugliese ha depositato il ricorso in appello.

Il magistrato sottolinea in particolare che l’aver "dedicato certi contenuti a Galimberti senza citare i fatti di cui si è reso responsabile fa pensare che lo stesso tribunale non sia rimasto indifferente al suo presunto fascino". Chiaro il riferimento al passaggio delle motivazioni con cui i giudici avevano cercato di spiegare come questo giardiniere bergamasco, dalla faccia e dai modi di “Braveheart” di provincia, fosse riuscito a conquistare i galloni di leader della curva Nord dell’Atalanta e di figura carismatica in grado di esercitare attrazione e potere di persuasione su un gran numero di persone, di ogni genere di età e di estrazione sociale: un caso sociologico più che da aula giudiziaria. E ancora, nella motivazione della sentenza di assoluzione i magistrati definivano emblematico che il Cristo della chiesa dell’ospedale abbia il volto del Bocia "senza che questa singolare iniziativa abbia destato scalpore, vibrate proteste o sentite disapprovazioni nella società bergamasca, pur nota per il suo severo e a volte intransigente pragmatismo".

Ma poco o nulla veniva riconosciuto al peso delle intercettazioni su cui si è basata tutta l’inchiesta coordinata dal pm Pugliese, condotta dagli uomini della Squadra mobile e della Digos della questura Bergamo. E proprio le intercettazioni rappresentano un capitolo corposo del ricorso in appello depositato dall’accusa.