Accoltellò il bimbo e tentò il suicidio: "Incapace di intendere e di volere"

La perizia esclude l’imputabilità, la donna ricoverata in una Rems

Il tribunale di Bergamo

Il tribunale di Bergamo

Bassa Bergamasca, 14 luglio 2017 - Si avvia a essere assolta dall’accusa di tentato omicidio la mamma che tre mesi fa aveva accoltellato il figlioletto di soli ventidue mesi e poi aveva tentato di togliersi la vita. La donna, infatti, sottoposta a una perizia psichiatrica, disposta dal gup del tribunale di Bergamo Bianca Maria Bianchi, è risultata incapace di intendere e volere e quindi non è imputabile. Attualmente la ventottenne, residente in un comune della Bassa Bergamasca, è ricoverata in una residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza (Rems), mentre il bimbo è affidato alle cure del nonno materno. L’episodio era accaduto il primo di aprile. La ragazza, che era andata in crisi dopo la perdita del posto di lavoro in un fast food e dopo che il marito s’era allontanato, nel pomeriggio di quel sabato aveva raggiunto con piccolo un paese della Bassa per incontrare alcuni amici. "Non sai dove potrei trovare una pistola?" aveva chiesto a un’amica. "Vado a fare una passeggiata in campagna", le aveva scritto la donna.

Attorno alle 19, la ventottenne aveva iniziato a inviare sms dal contenuto inequivocabile: "Ho tentato il suicidio". Dieci minuti più tardi era stata trovata nell’abitacolo della sua auto, in un parcheggio: c’era sangue dappertutto e un coltello della lunghezza di venti centimetri, con una lama di 8 e mezzo. Il piccolo aveva ferite al collo e all’addome, lei soltanto all’addome. "È stato il mio ex a fare questo", aveva tentato di giustificarsi con i carabinieri. Il bambino s’era fortunatamente ripreso nel giro di poche ore, pur rimanendo ricoverato in ospedale sotto osservazione da parte dei medici. La donna, invece, era stata arrestata per tentato omicidio, su disposizione del pubblico ministero Gianluigi Dettori. Successivamente il giudice per le indagini preliminari aveva modificato la misura cautelare in carcere con il ricovero in una Rems. Era stata disposta, quindi, una perizia psichiatrica sulla donna, a causa dei gravi problemi che erano emersi dal suo comportamento. L’esame, discusso in aula davanti al giudice per l’udienza preliminare Bianca Maria Bianchi, ha stabilito che la donna al momento dei fatti contestati era incapace di intendere e volere. Nel corso della prossima udienza, pertanto, il gup non potrà far altro che assolverla.