Massacrano di botte padre e figlio per rapina: tre condanne

I tre romeni erano accusati della brutale aggressione a Giovanni Balestra e suo figlio Adriano, picchiati nella loro ditta di Cividate al Piano

La sbarra con la quale i rapinatori colpirono i Balestra

La sbarra con la quale i rapinatori colpirono i Balestra

Bergamo, 15 maggio 2017 - Il tribunale di Bergamo ha condannato tre dei quattro romeni (la posizione del quarto era stata già stralciata) accusati di aver pestato selvaggiamente e rapinato, il 9 dicembre 2014, Giovanni 'Nello' Balestra e suo figlio Adriano, nella loro ditta di Cividate al Piano. Comminate condanne a 8 anni e 8 mesi a Alin Jan Burujana e a Marinel Oprea e a 4 anni e 8 mesi a Marvin Marian. Per i primi due le accuse sono di tentato omicidio e rapina aggravata, per il terzo di rapina e lesioni personali. Disposto anche un risarcimento provvisionale alle due vittime,  pari rispettivamente a 150 e 20 mila euro. 

I tre imputati, nel corso di una delle ultime udienze, avevano spiegato che a picchiare padre e figlio era stato un quarto complice, anch’esso romeno, detenuto in Romania per un altro procedimento. Il processo nei suoi confronti verrà celebrato a parte. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, i quattro avevano fatto irruzione la sera del 9 dicembre 2014 nella ditta con l’intenzione di rubare rame o altri materiali.

Scoperti da Adriano Balestra, invece di fuggire lo avevano aggredito e lo stesso avevano fatto con il padre, intervenuto in suo soccorso, utilizzando una sbarra di ferro. Si erano poi dati alla fuga. Una prima indagine sulle celle telefoniche aveva permesso agli investigatori prima di individuare tutte le utenze transitate in zona, quindi di restringere il cerchio mano mano fino ad arrivare ad alcune decine. A quel punto erano partite le intercettazioni telefoniche che avevano permesso di individuare i quattro romeni, che nel frattempo, però, avevano già lasciato l’Italia. La certezza sulla loro identità era arrivata da alcuni testimoni, che all’epoca dei fatti abitavano nella stessa zona dei quattro indagati. Giovanni Balestra e suo figlio Adriano si sono costituiti parte civile al processo davanti al giudice della udienza preliminare.