Chiusa l'inchiesta all’asilo nido, indagate 4 persone

Bambini di età compresa tra i quattro mesi e i tre anni che, secondo le accuse, sarebbero stati maltrattati e minacciati da quattro donne di MICHELE ANDREUCCI

Asilo nido a Seriate

Asilo nido a Seriate

Seriate, 16 gennaio 2016 - Bambini di età compresa tra i quattro mesi e i tre anni che, secondo le accuse, sarebbero stati maltrattati e minacciati da quattro donne, che avrebbero invece avuto il compito di educarli. È quanto emerge dall’indagine, chiusa in questi giorni, condotta dal pm Carmen Santoro e dai carabinieri del nucleo operativo radiomobile di Bergamo, su ciò che sarebbe avvenuto all’interno del micro-nido “La scatola magica” di via Locatelli a Seriate, sotto sequestro dal 16 dicembre scorso.

Le quattro persone, accusate di maltrattamenti verso fanciulli, sono sempre rimaste indagate a piede libero. Si tratta di C.P., 47 anni, di Bergamo, titolare unica fino all’estate scorsa, quando la struttura era un asilo nido e si chiamava “Cucciolandia”; la figlia L.B., 26 anni, di Bergamo, che ha affiancato la madre nella gestione di quello che da settembre s’è trasformato in micro-nido; e di due insegnanti, L.P., 26 anni, di Pradalunga, e S.P., 25 anni, di Comun Nuovo.

L’inchiesta era nata nel settembre 2013 dalla denuncia di alcuni genitori (alla fine, le querele sono diventate 14) che avevano notato strani comportamenti da parte dei figlioletti. Nel maggio 2014 i carabinieri hanno installato telecamere-spia nel micro-nido, mossa che ha consentito agli investigatori di rendersi conto di quento accadeva: bambini insultati (“Piantala di piangere, hai rotto il c...”; “Ritardato”) e strattonati per un braccio per metterli in castigo. In un filmato si vede anche un cane pitbull - madre e figlia lo tenevano in uno scantinato - che scorrazza tra i bambini intenti a dormire nelle brandine. Le quattro indagate hanno ora 20 giorni di tempo per farsi interrogare o presentare memorie difensive. Dopo di che il pm Santoro ha due strade: archiviare l’inchiesta, oppure chiedere il rinvio a giudizio.