L’agguato mortale a Sara, uccisa dal marito e dalla rivale. Il padre: «Vogliamo giustizia»

Albino, ragazza di 19 anni straziata con 24 coltellate

Sara El Omri

Sara El Omri

Albino (Bergamo), 4 giugno 2015  - "Chiedo giustizia  per la morte di mia figlia. Io sono marocchino, ma vivo qui in Italia dal ‘90, e non ho mai fatto male a nessuno, ho sempre cercato di rispettare gli altri e lo stesso pretendo per me. Abbiamo attraversato momenti difficili, anche in famiglia, ma siamo riusciti a superarli. A Cene, dove abitiamo,la gente che ci conosce e sa che non abbiamo mai fatto del male". E' lo sfogo del papà di Sara El Omri, parole dure dettate dalla rabbia e dal dolore per la perdita della figlia 19enne con problemi psichici, uccisa brutalmente dal marito e dalla sua giovanissima amante martedì sera vicino alla pista ciclabile e alla fermata del tram delle Valli di Albino, massacrata da 24 coltellate, inferte all’addome, al torace e alle gambe. Prima di cadere a terra esamine, Sara ha tentato di difendersi all’aggressione, scaturita dopo una furiosa discussione con i suoi assassini, con i quali si era vista per trascorrere la serata. L’uomo, El Gahazzali Amine, 25 anni, marocchino anch’egli, è un clandestino con precedenti per droga; la complice e attuale amante è una 16enne svizzera, del Canton Ticino, incinta di sei mesi.

La minore  è stata trovata dai carabinieri subito dopo l’assassinio nascosta in un cespuglio sulla sponda del Serio: gli investigatori sono risaliti a lei seguendo le chiazze di sangue. Lui invece è stato bloccato al termine di una vera e propria caccia all’uomo, cui hanno partecipato una sessantina di uomini (militari del Nucleo investigativo di Bergamo, della Compagnia di Clusone e della Polizia locale di Albino) e un elicottero dell’Arma, che illuminava la zona. Il marocchino è stato fermato mentre tentata di salire sul telone di un camion, nella zona industriale di Nembro. Recuperati anche i due coltelli da cucina che gli assassini avevano gettato nei pressi dell’omicidio e sono stati inviati ai Ris di Parma.

Sara El Omri aveva 19 anni a un lieve ritardo mentale

I due amanti , difesi dall’avvocato Davide Ceruti il marocchino e da Andrea Pezzotta la minore, devono rispondere di omicidio volontario. Ieri sono stati interrogati per ore dal pm Raffaella Latorraca ed ora sono in carecre, lui a Bergamo, lei all’istituto per minori Beccaria di Milano. Nei prossimi giorni si svolgerà all’ospedale Papa Giovanni XXIII l’autopsia sul corpo della 19enne.

Sullo sfondo  di questo omicidio una situazione di totale disagio. La famiglia di Sara da tempo era seguita dai servizi sociali del comune di Cene, dove la vittima viveva in un appartamento dell’Aler, in via XXV Aprile con i genitori, una sorella più piccola e un fratello di 15 anni che si trova in comunità. Abitava. Era innamorata di El Gahazzali, tant’è che nonostante la forte opposizione dei genitori, nel 2013 l’aveva sposato. Nozze celebrate in Comune dal sindaco di Cene, che fino all’ultimo l’aveva inviatata a ripensarci. Non si può eslcudere che lui l’abbia fatto per regolarizzare la sua posizione di clandestino. Il matrimonio è naufragato ben presto, perchè il marito era sempre in giro per i fatti suoi e Sara era costretta a subire anche i suoi maltrattamenti. Si erano lasciati e dopo la separazione la 19enne era tornata a Cene. Ma negli ultimi giorni aveva voluto tornare accanto all’ex marito, nonostante con lui ora ci fosse anche una giovane amante. Ma probabilmente Sara era convinta di poterli separare per tornare con Gahazzali e forse è stato proprio questo il movente del feroce delitto.