Albino, l’insospettabile imprenditore che voleva diventare un narcos

Intercettati a Malpensa tre pacchi di droga da 7 chili

Militari della guardia di finanza  (foto di repertorio)

Militari della guardia di finanza (foto di repertorio)

Albino, 14 ottobre 2016 - Faceva arrivare dalla Spagna ingenti quantitativi di marijuana che, attraverso una società di spedizioni, venivano poi lasciati all’aeroporto della Malpensa, con il nome e cognome e il numero del telefono cellulare falsi. Successivamente inviava allo scalo varesino un amico marocchino, con tanto di documenti falsi, a ritirare la merce.

Il traffico di droga è stato però smantellato nei giorni scorsi dai militari della Guardia di Finanza che operano all’aeroporto varesino, che hanno arrestato un insospettabile piccolo imprenditore bergamasco di Albino, 25 anni, incensurato, e il complice marocchino, 19 anni, anch’egli incensurato. Ieri i due sono stati interrogati in carcere a Bergamo dal gip Federica Gaudino: il 25enne ha preferito non rispondere alle domande del giudice, mentre l’immigrato ha spiegato che non sapeva che i pacchi contenessero la sostanza stupefacente: «Io facevo solo un favore al mio amico». Il giudice per le indagini preliminari ha disposto la misura cautelare in carcere per il piccolo imprenditore bergamasco, mentre ha scarcerato l’extracomunitario, con l’obbligo di dimora ad Albino, il comune dove risiede.

Tutto inizia nelle scorse settimane, quando a Malpensa arrivano, provenienti dalla Spagna, due pacchi. I cani antidroga fiutano lo stupefacente e i finanzieri scoprono che all’interno ci sono 15 chili di marijuana. Nessuno, però, si presenta a ritirarli e gli indirizzi del destinatario e i suoi numeri di telefono risultano inesistenti. L’11 ottobre, arriva un altro pacco identico ai primi due, contenente 7 chilogrammi di marijuana. Il giorno stesso il giovane marocchino si presenta in aeroporto a ritirare l’ultima confezione, ma viene fermato dai militari della Finanza che tenevano sotto sorveglianza il carico. L'immigrato rivela immediatamente l’identità del complice e, su invito delle forze dell’ordine, lo chiama al cellulare dicendogli che da lì a poco sarebbe andato a casa sua a consegnargli il pacco. Ma quando l’imprenditore apre la porta della sua abitazione, insieme all’amico si trova di fronte i militari delle Fiamme Gialle che lo arrestato e lo portano in carcere a Bergamo con l’accusa di traffico di sostanze stupefacenti.