Orio, le frasi del pakistano espulso fanno paura. Aumentato ancora il livello di allerta

Controlli sempre più stringenti: 120 agenti presenti 24 ore su 24

Controlli di sicurezza a Orio al Serio

Controlli di sicurezza a Orio al Serio

Orio al Serio, 4 agosto 2016 - C’era anche l’aeroporto “Il Caravaggio” di Orio al Serio tra gli obiettivi di Farooq Aftab, il 26enne pakistano residente a Vaprio d’Adda, magazziniere nel negozio Decathlon di Basiano (in provincia di Milano), espulso e rimpatriato il 1 agosto su un areo diretto a Islamabad. “Vedi, non è difficile colpire un aeroporto”, avrebbe detto l’uomo sospettato di aver aderito all’Isis nell’ottobre scorso, intercettato in auto con la moglie mentre passava davanti allo scalo di Orio. «C’è soltanto un filo», aveva aggiunto riferendosi alla recinzione che corre lungo l’aeroporto. E ancora:«Si possono fabbricare esplosivi utilizzando la gomma che può passare attraverso il metal detector».

Le frasi del pakistano, ritenuto un soggetto pericoloso, hanno costretto le forze dell’ordine bergamasche a potenziare ulteriormente lo scalo orobico, il terzo in Italia, già sottoposto da tempo a una «sorveglianza speciale». «Non posso parlare, mi è vietato se non previa autorizzazione del ministero», si limita a spiegarci il vice questore aggiunto Rocco Luciani, che dallo scorso novembre dirige la polizia di frontiera di Orio al Serio, che conta su 120 agenti, presenti 24 ore su 24, una settantina al giorno tra uffici e pattuglie di controllo dell’intero scalo, dove transitano quotidianamente fino a 35mila persone. La struttura è tenuta sotto controllo da sei grandi monitor, che sono posizionati nella sala operativa della polizia di frontiera. Uno, gigante, riporta la piantina dell’aeroporto su cui dei cerchi verdi indicano dove sono piazzate le telecamere. Il numero esatto è top secret, ma dovrebbero essere circa 300. Il sistema è di sacbo, la società che gestisce Orio al Serio, ma il controllo è appannaggio degli agenti.Tre dei quali si dividono tra i computer e il monitoraggio delle immagini.

In caso di allarme bomba, scatta la squadra degli artificieri della polizia di stanza sempre in aeroporto. Così come in pianta stabile ci sono i militari dell’Esercito, una trentina (in tuta mimetica e armati), arrivati per Expo e tornati a maggio, e l’unità cinofila antisabotaggio, che si avvale di Boris e Kitty, due cani di razza labrador, specializzati nella ricerca di sostanze esplosive. Presenti anche la Guardia di Finanza, che si occupa soprattutto dei controlli di valuta e la vigilanza privata che presidia i varchi. A Orio al Serio esiste anche un lavoro che prevede continue verifiche e scambi con altri scali, forti anche dell’appartenenza a Frontex, l’Agenzia europea per la gestione della cooperazione operativa alle frontiere esterne degli Stati membri dell’Unione europea. Può succedere che arrivi la segnalazione di un passeggero in transito che va controllato, in quanto, per fare un esempio, è diretto verso paesi sensibili come la Turchia oppure perchè dallo studio del suo profilo su Facebook emerge una vicinanza con gruppi estremisti di stampo islamico.