Bergamo, 28 giugno 2014 - Peli e capelli di Massimo Giuseppe Bossetti sul corpo di Yara. In poche ore quella che parte come un’affermazione, una certezza assoluta televisivamente annunciata e ribadita telefonicamente al nostro giornale, si tramuta in una domanda. «C’è una coincidenza univoca di Dna tra le tracce repertate sugli indumenti di Yara e i peli e i capelli trovati sul suo corpo e intorno». Sarebbe la pietra tombale sull’inchiesta, la fine delle residue speranze per Bossetti, il muratore di Mapello identificato con «Ignoto 1», in carcere con l’accusa di omicidio.

L’affermazione viene fatta prima a «Segreti e delitti», su Canale 5, dal professor Fabio Buzzi, responsabile dell’Unità operativa di medicina legale e scienze forensi dell’università di Pavia. Il dipartimento ha ricevuto dalla procura di Bergamo l’incarico di analizzare gli oltre 200 reperti, fra peli e capelli, trovati sul corpo e intorno a Yara nel campo di Chignolo d’Isola. La relazione (un particolare che potrebbe spiegare in parte il tourbillon di affermazioni e smentite) deve essere ancora depositata in procura. In serata lo stesso Buzzi, dopo la smentita degli inquirenti — «non ci risulta la comparazione» —, fa dietrofront: la sua equipe ha avuto mandato di cercare nelle tracce pilifere una corrispodenza con il Dna di «Ignoto 1», ma solo adesso che si dispone di un profilo genetico completo, sia da parte materna sia paterna, si potrà procedere a una comparazione rigorosa.

Insomma, un autentico pasticcio. «Noi — dice Buzzi — lavoriamo sui dati scientifici, non sui nomi o le persone. Avevamo il Dna di confronto di “Ignoto 1”, ma per arrivare a conclusioni stringenti anche sulle formazioni pilifere, dovevamo determinare anche la componente materna. Dopo che si è riusciti ad avere l’informazione che la madre naturale di “Ignoto 1” è Ester Arzuffi, possiamo disporre del codice genetico intero. A questo punto si potrà ottenere risultati anche sul Dna ricavato dalle formazioni pilifere».

di Gabriele Moroni