Brembate Sopra (Bergamo), 16 giugno 2014 - "Le forze dell'ordine, d'intesa con la magistratura, hanno individuato l'assassino di {{WIKILINK}}Yara {{/WIKILINK}}Gambirasio", la 13enne di Brembate di Sopra scomparsa il 26 novembre 2010 e trovata morta tre mesi dopo. Lo ha annunciato il Ministro dell'Interno Angelino Alfano. Subito dopo, ha aggiunto "che secondo quanto rilevato dal profilo genetico in possesso degli inquirenti, è un 40enne del luogo, dunque della provincia di Bergamo". (VIDEO)

Stando a quanto riferito si tratterebbe di Massimo Giuseppe Bossetti, 44 anni, operaio edile, nato a Clusone e residente a Mapello, a poco più di un chilometro di distanza da Brembate di Sopra. (Chi è Massimo Bossetti). L'uomo, sposato e padre di tre figli, è stato fermato nel pomeriggio verso le 17. Sarebbe il figlio illeggittimo dell'autista di Gorno, Giuseppe Guerinoni, deceduto nel 1999. Il suo profilo genetico, infatti, corrisponde con una compatibilità del 99,99999987% a quello isolato da un macchia di sangue che era stata ritrovata sul corpo di Yara. 

Verso le 20, è arrivata nella caserma dei carabinieri la moglie del presunto assassino. La donna è entrata in auto e si è coperta il volto per evitare gli sguardi dei giornalisti e delle molte telecamere all'esterno dell'edificio. Massimo Giuseppe Bossetti si è avvalso della facoltà di non rispondere. Lo ha riferito l'avvocato, nominato d'ufficio, Silvia Gissetti, che ha aggiunto che il suo assistito ha detto di "essere sereno". Bossetti ha lasciato sotto scorta il comando provinciale dei carabinieri di Bergamo, per essere trasferito in carcere. Una piccola folla, raccoltasi fuori dalla caserma, ha gridato insulti all'indirizzo di Bossetti ed ha applaudito i carabinieri.

"Siamo in una fase delicatissima" si è limitato a dire il procuratore della Repubblica di Bergamo, Francesco Dettori. "Ringraziamo tutti, ognuno nel proprio ruolo, per l'impegno massimo, l'alta professionalità e la passione, investiti nella difficile ricerca di questo efferato assassino che, finalmente, non è più senza volto", ha aggiunto il ministro.

TUTTE LE TAPPE DEL CASO DI YARA

LE INDAGINI - A Massimo Giuseppe Bossetti si è arrivati da indagini "tradizionali" e, dal Dna, è arrivata l'ultima conferma. Tutto è partito da un normale controllo stradale, domenica sera, durante il quale l'uomo è stato sottoposto al test dell'etilometro: con questo espediente i carabinieri hanno poi estratto il Dna di Bossetti, che è risultato "perfettamente coincidente" con quello trovato sugli slip di Yara GambirasioL'uomo - secondo quanto appreso dall'Ansa - rientrava nel gruppo di soggetti che gli investigatori avevano individuato come coloro che potevano essere, in qualche modo, coinvolti nel delitto. Il suo cellulare, infatti, è risultato tra quelli che avevano impegnato la cella della zona dove è stato trovato il cadavere, nell'ora in cui sarebbe avvenuto l'omicidio. Inoltre Bossetti è un muratore, e le indagini si erano in particolare concentrate su chi lavorava nel mondo dell'edilizia: questo a causa delle polveri di calce trovate sul corpo e, soprattutto, nelle vie respiratorie di Yara. Il cerchio si è stretto ulteriormente grazie ad indagini che si sono concentrate sul quadro relazionale di Giuseppe Guerinoni, l'autista di Gorno morto nel 1999 e individuato come il padre illegittimo dell'assassino.

Gli investigatori, attraverso l'acquisizione di decine di testimonianze, hanno cercato di individuare la donna che avrebbe avuto una relazione con l'uomo e, infine, l'hanno trovata. Alla donna gli investigatori sono risaliti dopo lunghe indagini che hanno scandagliato nella rete delle relazioni di Guerinoni. Gli inquirenti hanno prima identificato tutte le donne che avrebbero potuto avere una relazione con lui, concentrando comunque le ricerche nella zona, e le hanno poi sottoposte a controlli del Dna, insieme a migliaia di altre persone che, per altri versi, avrebbero potuto avere un collegamento con il crimine. I risultati si sono conosciuti solo da pochi giorni e la compatibilità con il Dna ritrovato sul corpo di Yara ha immediatamente indirizzato i carabinieri sul figlio della donna, Bossetti, a sua volta sottoposto a test e poi fermato.

Massimo Giuseppe Bossetti sarebbe il nipote biologico (non anagrafico perche' figlio illegittimo) della donna di servizio della famiglia Gambirasio. Non si esclude, dunque, che l'uomo conoscesse Yara La madre di Massimo Giuseppe Bossetti, inoltre, fu sottoposta al test del dna alcuni mesi fa.  E' quanto rivelato dall'inviato Giorgio Sturlese Tosi durate la diretta dello speciale "Segreti e delitti" in onda su Canale 5. Sempre durante la trasmissione, l'inviata Ilaria Cavo ha detto che la mamma di Bossetti si chiamerebbe Ester e vivrebbe a Terno d'Isola, un altro paesino a pochi chilometri da Brembate e Mapello. 

IL SINDACO DI BREMBATE - Tra i primi a parlare è stato il sindaco di Brembate. "Se è vero siamo felici, era un atto dovuto alla famiglia e a tutta la comunità". Il primo cittadino ha poi aggiunto:  "Da quando è scomparsa da casa, a Brembate, e da quando è stata trovata uccisa a Chignolo Po (Bergamo), attendevamo questo momento. Ringrazio tutti quelli che hanno messo tante risorse in campo per arrivare a questo risultato".

IL PARROCO DI BREMBATE - "Penso a questa persona. Spero che ora non prevalgano sentimenti di vendetta nei suoi confronti. Questa comunità in questi anni è stata molto matura. Pur impaurita e ferita non ha ceduto a sentimenti di vendetta. Il papà di Yara mi ha detto che se lei è morta è perché noi diventassimo più buoni. Se ora questa notizia verrà confermata cosa facciamo nei confronti del presunto assassino? Invochiamo la pena di morte? No, certo. A me interessa che Yara sia stata e continui ad essere un dono per la nostra comunità". Queste le prime parole di don Corinno Scotti, il parroco di Brembate di Sopra, alla notizia dell'individuazione dell'assassino di Yara Gambirasio. "Ho tirato un sospiro di sollievo ma ancora non so nulla di preciso", dice. "Proprio quindici giorni fa abbiamo inaugurato qui in oratorio un monumento in ricordo di Yara che ho voluto chiamare stele di luce. Perché comunque andrà a finire questa dolorosa vicenda Yara è così che deve essere ricordata: come un dono, un dono prezioso". 

IL LEGALE DI FIKRI - Per Mohamed Fikri, il marocchino che era stato fermato qualche giorno dopo la scomparsa di Yara Gambirasio, rilasciato dopo 2 giorni e definitivamente scagionato dall'accusa di omicidio poco piu' di un anno fa, il fermo del presunto assassino della ragazza ''è una ulteriore riabilitazione, perché c'era qualcuno che ancora nutriva dubbi nei suoi confronti''. Lo ha spiegato il suo legale, Roberta Barbieri.