Bergamo, 16 maggio 2014 - Ha ribadito le sue accuse davanti al gip Giovanni Petillo, in sede di incidente probatorio, la 19enne che nel luglio scorso aveva accusato di abusi sessuali l’ex vice parroco del suo paese, Serina, da dove il religioso se n’è andato per riparare in un convento del Trentino. La ragazza e il prete non si sono incrociati, sono entrati da due diversi ingressi del tribunale di via Borfuro e in aula lei, per non incrociare lo sguardo dell’imputato, ha chiesto la protezione di una tenda.

In due ore, alla presenza anche del pm Gianluigi Dettori, titolare dell’inchiesta, la giovane ha ripercorso il suo presunto calvario. Ha riferito di più episodi, a partire dal 2001, un anno dopo che il religioso, 39 anni, novello di ordinazione, era arrivato a Serina. Lei allora aveva sei anni. E secondo quanto ha denunciato, i fatti si sarebbero ripetuti anche negli anni successivi, fino al 2008. Lo incontrava spesso. A scuola, perché era l’insegnante di religione alle elementari. Così come all’oratorio e anche in chiesa. Lei era una bambina devota, anche per tradizione familiare. Perché la denuncia é arrivata così tardi? Lei lo ha spiegato: «Avevo paura di non essere creduta. Quando se n’è andato dal paese ho trovato il coraggio». Se è vero quello che dice, perché¨ non é successo più  niente dopo il 2008, anche se il prete era ancora in paese? Anche a questo interrogativo la ragazza ha fornito una spiegazione. Dice che è stata lei a ribellarsi e a prendere le distanze.

di Michele Andreucci