Caravaggio, (Bergamo) 1 maggio 2014 - Non c’è «nessuna prova di un uso sproporzionato dell’arma che ha ucciso il ladro romeno». È questa il passaggio fondamentale delle motivazioni della sentenza con cui il 23 gennaio scorso il gup Ezia Maccora ha assolto dall’accusa di omicidio colposo con eccesso colposo di legittima difesa Angelo Cerioli, 52 anni, il commerciante di Caravaggio finito a processo per aver sparato due colpi di pistola Taurus calibro 38 nella schiena di Dumitru Baciu, romeno di 46 anni, che, nella notte del 25 novembre 2012, con alcuni complici rimasti ignoti, aveva cercato di mettere a segno un furto nel negozio di giardinaggio che si trova proprio sotto l’abitazione di Cerioli.

A pesare nella decisione del gup sono state soprattutto le modifiche al codice penale introdotte il 13 febbraio 2006 dal legislatore, che rendono proporzionato l’uso delle armi (purchè legalmente detenute, come nel caso di Cerioli) nella legittima difesa, qualora venga violato il proprio domicilio, per difendere la propria incolumità, o i propri beni e quando via sia pericolo di essere aggrediti.

Baciu e i complici, in realtà, non erano entrati nella casa di Cerioli, ma secondo il giudice non c’è la prova che il commerciante ne fosse consapevole, quando aveva sparato. Dunque non c’è la prova di un suo uso sproporzionato dell’arma e di un conseguente eccesso colposo nella legittima difesa.

La scala di accesso all’abitazione di Cerioli, infatti, è proprio al di là della vetrina sfondata e il commerciante (sentendo i colpi provenire dall’esterno ed avendo già subìto in passato diverse rapine) poteva ragionevolmente temere che fosse in corso un’irruzione da parte dei malviventi nel suo appartamento. Il commerciante potrebbe dunque aver agito per una sorta di legittima difesa, seppur putativa.

Cerioli, difeso dagli avvocati Davide Mancusi, Angelo e Fabio Giarda, era inizialmente finito a giudizio per omicidio volontario. Lo stesso pm Gianluigi Dettori, in udienza, aveva però ricalibrato l’accusa in omicidio colposo con eccesso colposo di legittima difesa, chiedendo una condanna a 1 anno e 6 mesi.
Il commerciante ha sempre sostenuto di aver premuto il grilletto verso il proprio giardino a scopo intimidatorio, perchè sparando in aria avrebbe potuto colpire la tettoia della sua abitazione. Per la difesa, il commerciante non poteva immaginare che ci fossero altre persone, nell’oscurità del giardino, oltre al malvivente che gli stava sfondando la vetrina del negozio e che non si era allontanato nemmeno dopo le urla di Cerioli.

Infine, se avesse voluto uccidere, avrebbe potuto sparare più facilmente al ladro mentre questi stava colpendo il negozio, cosa che non ha fatto.

di Michele Andreucci