Milano, 23 aprile 2014 - Potrebbero essere affari commerciali più che leciti, ma per i magistrati calabresi vanno approfonditi i rapporti che legano radio Rtl 102.5, una delle più ascoltate emittenti private italiane, sede a Bergamo, con alcuni presunti esponenti della ’ndrangheta del Reggino, Porto Salvo e Vibo Marina. Verifiche necessarie, se è vero che il presunto boss Nicola Tripodi, del clan omonimo calabrese, esibiva come unica fonte di sostentamento un impiego presso la Gestitel Srl di Bergamo, controllata da Rtl, un’azienda rilevata nel 1991 da un giovane imprenditore calabrese trapiantato a Bergamo, Lorenzo Suraci, che ne detiene la proprietà insieme alla sua famiglia, e diventata un gioiellino nel suo settore.

Ieri carabinieri e guardia di finanza per ordine della Dda di Catanzaro hanno bussato con mandato di perquisizione nelle sedi dell’emittente a Bergamo, Cologno Monzese, Roma: è il procuratore di Catanzaro Vincenzo Lombardo in persona, che pochi giorni fa si era rifiutato di rispondere alla commissione antimafia e al suo presidente Rosy Bindi, appellandosi al segreto istruttorio proprio su questa inchiesta, a spiegare che al momento non vi sono contestazioni ai vertici della radio, ma che la perquisizione «mira a verificare e chiarire alcuni presunti rapporti tra Rtl, una sua partecipata e la cosca Tripodi di Vibo Marina e Porto Salvo, banche e anche esponenti del clan Mancuso».

Ma nelle carte dell’inchiesta si fa più volte riferimento a Rtl e anche alle commmesse che ha ricevuto per animare la movida estiva calabrese. Tanto è vero che gli investigatori si sono interessati molto alle spese sostenute, prima che Reggio venisse commissariata con un buco di 170 miliardi nei bilanci, dall’ex sindaco Giuseppe Scopelliti per ospitare il team del network radiofonico: circa 600mila euro per 33 giorni di permanenza nella città dello Stretto, oltre ai contratti ottenuti nel corso degli anni.

Un secondo provvedimento di perquisizione e sequestro è stato emesso sempre dalla Dda e mira a chiarire la natura di alcune movimentazioni di denaro in Lombardia. In particolare, il decreto di perquisizione riguarda Salvatore Valenzise, 48 anni, originario di Nicotera, ma residente a Castiglione Olona (Varese), Fulvio Migliano (54), di Parabiago (Milano), Angelo La Mendola (47), di San Vittore Olona (Milano) ed Enrico Barone (45) domiciliato a Legnano.