Bergamo, 20 aprile 2014 - La situazione abitativa a Bergamo continua a peggiorare. Fuori controllo ormai il numero degli sfratti, che registrano un aumento costante: i dati del ministero degli Interni rispetto ai primi sei mesi del 2013 evidenziano un trend di crescita notevole nella nostra provincia, pari a circa il 20%, con ben 993 richieste di sfratto, di cui 645 convalidate, contro le 1702, di cui 529 eseguite, dell’intero 2012. All’emergenza sfratti manca però un’adeguata risposta da parte di molte amministrazioni comunali della provincia, che poco hanno fatto per arginare e contrastare il problema casa. Nei piccoli centri della Bergamasca mancano case di proprietà comunale o si opta per la loro vendita, come avvenuto a Martinengo, a Palosco e nei comuni della Bassa, zona in cui le amministrazioni risentono della crisi dell’edilizia e dell’industria e decidono pertanto di vendere il patrimonio immobiliare per fare cassa.

Nel capoluogo le case popolari gestite da Aler sono circa duemila, a cui si aggiungeranno, probabilmente nel 2015, 180 appartamenti del nuovo complesso Aler di Celadina e i 90 di via dei Carpinoni, mentre le case comunali sono in totale 1080. Sono più di mille gli aventi diritto nella graduatoria per l’assegnazione di un alloggio: nel 2013 ne sono stati assegnati solo 100. Un numero irrisorio, non solo se comparato al numero di coloro che sono in lista d’attesa, ma anche sapendo che ben 250 alloggi di cui il Comune è proprietario sono tuttora vuoti, ufficialmente perché richiedono interventi di manutenzione per poterli rendere abitabili.

Servirebbero circa 4 milioni di euro per sistemare tutti gli alloggi: la Giunta Tentorio ne ha stanziati circa 300mila l’anno, una cifra che non permette di far fronte all’emergenza in atto. L’amministrazione ha invece varato un piano di vendita di circa 120 unità abitative, al prezzo di 1250 euro al metroquadro, una cifra ritenuta esagerata da associazioni come l’Unione Inquilini, visto che le case necessitano di lavori importanti di ristrutturazione e di rifacimento. Infatti, al momento solo uno tra gli appartamenti pubblici messi in vendita è stato effettivamente acquistato da un inquilino.

L’emergenza è alimentata dall’aumento degli affitti, addirittura triplicatisi in alcuni casi, e dalle richieste di arretrati, frutto di un errore di calcolo da parte degli Uffici comunali rispetto all’adeguamento stabilito dalla legge regionale del 2007, da parte del Comune agli inquilini: l’amministrazione Tentorio deve recuperare circa 700mila euro, 60mila dei quali sono stati pagati dagli inquilini nel 2013 (dati Unione Inquilini). Aumenta quindi la morosità degli inquilini di case pubbliche: ben il 37% degli assegnatari non riesce a far fronte alle spese ed è prevedibile che presto partano le richieste di sfratto.