Bergamo, 1 aprile 2014 - L’effetto Bergoglio si fa sentire anche sulle canonizzazioni dei Papi Wojtyla e Roncalli. «Sobrietà» è infatti la parola d’ordine della cerimonia che il 27 aprile a San Pietro eleverà agli onori degli altari il Papa buono ispiratore del Concilio Vaticano II, Giovanni XXIII, e il gigante della fede, instancabile globetrotter, Giovanni Paolo II, mentre c’è già chi scommette che all’evento di massa non mancherà il papa emerito Benedetto XVI. Francesco gli ha già fatto arrivare un invito e chissà che Ratzinger addirittura non concelebri la messa in quella che sarà ricordata come la giornata dei quattro papi.

Essenzialità, dunque, e un’iniezione di “carità” per il “Wojtyla-Roncalli day”, suggerite dallo stile di Francesco, dai duri tempi di crisi e forse anche da un mea culpa sulla beatificazione di Giovanni Paolo II che, tra kermesse allestite al Circo massimo ed eventi collaterali, nel 2011 costò alle casse della Capitale 5 milioni di euro. «Si era speso troppo», ammettono al Vicariato. Questa volta la cerimonia sarà preceduta semplicemente da una Notte bianca di preghiera con le chiese del centro di Roma aperte mentre la diocesi di Bergamo trasforma la “carezza” di Roncalli in gesti concreti moltiplicando le iniziative di solidarietà.

Intanto il Vaticano, per la giornata che sarà seguita da media e autorità mondiali, invita a «non avere paura» delle stime circolate finora sul numero di pellegrini (del resto, fanno osservare, nell’area di S. Pietro stanno al massimo 250mila persone), e a partecipare numerosi. Non servono biglietti e maxischermi saranno allestiti su tutta via della Conciliazione. Sulla facciata della basilica campeggeranno gli arazzi di Roncalli e Wojtyla. La canonizzazione congiunta dei suoi due predecessori è stata fortemente voluta da Francesco che la porta a segno a poco più di un anno dall’elezione. A Roncalli, in particolare, Bergoglio è talmente legato che aveva pensato di chiamarsi Giovanni XXIV prima di subire l’ispirazione del santo d’Assisi e nel suo primo conclave ha subito imposto la berretta cardinalizia al segretario storico di Roncalli, Loris Capovilla. Già all’inizio di luglio ha approvato la canonizzazione dei due papi e promotore di una grande stagione di rinnovamento della Chiesa attraverso l’assise conciliare ha eccezionalmente derogato alla procedura standard che impone il riconoscimento di un secondo miracolo. Per lui la “fama di santità” del Papa buono basta e avanza.

di Nina Fabrizio