Bergamo, 5 febbraio 2014 - Un pendolare costretto a servirsi dei treni interregionali si scaglia contro i disservizi creando su Facebook un gruppo: «Un caro vaffa...a Mauro Moretti, amministratore di Fs – è il titolo -: in 100mila per mandarlo a casa a calci in...». La pagina manco a dirlo raccoglie centinaia di adesioni, con commenti non proprio all’insegna del fair play. Risultato: una denuncia per diffamazione aggravata e istigazione a delinquere dal patron delle italiche ferrovie.

Protagonista, D.C, architetto 40enne di Bergamo. L’11 febbraio sarà alla sbarra a Roma. Indignato dalla tratta Bergamo-Milano (all’epoca Fs) il professionista a febbraio 2008 condivide l’esasperazione. «Passate parola...a chi incontrate sui treni bestiame che ci obbliga a prendere — appariva sulla pagina subito oscurata —. Grazie a questo personaggio abbiamo treni velocissimi utilizzati da pochi e regionali sovraffollati».

Il 22 aprile 2010 arriva la denuncia, e a seguire un decreto di perquisizione (personale, del luogo di lavoro e dell’auto da eseguire «anche di notte stante urgenza e e natura del reato»). Mesi dopo ecco la citazione a processo, che riguarda anche un trentenne genovese. I due pendolari dietro due pseudonimi avrebbero pubblicato «frasi diffamatorie e lesive» per Moretti e Fs. La Procura risparmia però l’accusa di istigazione a delinquere. Il difensore Luca Dagnoli (di Brescia) affila le armi: «Quel gruppo si fondava su un legittimo diritto di critica».