Trescore Balneario (Bergamo), 19 gennaio 2014 - È approdata sul tavolo del pm Fabio Pelosi la perizia cinematica sull’incidente che l’8 settembre scorso, a Chiuduno, costò la vita alla dottoressa Eleonora Cantamessa, travolta e uccisa dalla Golf condotta dall’indiano Vicky Vicky (in carcere con l’accusa di omicidio volontario) mentre era china a terra per soccorrere il fratello dell’automobilista, Baldev Kumar, rimasto ferito al termine di una violenta rissa con un clan rivale di connazionali e deceduto anch’esso.

L’esame ha stabilito che la vettura, al momento dell’impatto con Kumar e la ginecologa di Trescore Balneario, «andava a una velocità non inferiore ai 90 km orari». Non inferiore: potrebbe quindi essere stata anche più elevata, su un tratto di strada, l’ex provinciale 91, dove il limite è di 50 km orari. «La tragicità del sinistro è evidentissima — concludono i periti — Vittime e feriti non hanno nemmeno avuto il tempo di alzare la testa per vedere la Golf». Adesso resta da vedere se se la velocità elevata con cui Vicky Vicky ha travolto il fratello e la dottoressa Cantamessa basterà a provare la volontarietà del suo gesto.
Da un lato, il fatto che l’auto sia piombata come un proiettile sulle vittime sembra rafforzare la tesi accusatoria: il conducente avrebbe premuto sull’acceleratore per travolgere e uccidere.

Secondo una diversa interpretazione del legale di Vicky Vicky, l’avvocato Benedetto Bonomo, proprio una velocità così elevata potrebbe invece essere stata facilmente la causa di una involontaria perdita di controllo del veicolo. Vicky Vicky, fuggito la sera dell’8 settembre e poi arrestato il giorno dopo dai carabinieri, davanti al gip Bianca Maria Bianchi che lo aveva interrogato si era difeso dicendo che era tornato indietro perchè voleva soccorrere il fratello, Baldev Kumar. 

di M. A.