Bergamo, 9 dicembre 2014 - Veggenti, sensitivi, sognatori, investigatori dilettanti o anche semplici cittadini in buona fede che avrebbero voluto contribuire a far scoprire l’assassino. Sono oltre mille le segnalazioni giunte alla Procura di Bergamo sull’omicidio di {{WIKILINK}}Yara Gambirasio{{/WIKILINK}}, la 13enne di Brembate Sopra scomparsa il 26 novembre 2010 e il cui cadavere venne rinvenuto tre mesi più tardi, il 26 febbraio 2011, in un campo di Chignolo d’Isola. Il pm Letizia Ruggeri, titolare dell’inchiesta, non ha tralasciato nessuna pista e indicazione, ma le ricerche non hanno portato nessun risultato. Nei giorni scorsi, l’ultimo episodio. Un sedicente veggente, 40 anni, di origine albanese, residente a Passirano, in provincia di Brescia, si è presentato dai carabinieri della caserma del suo paese per raccontare che alla fine di dicembre avrebbe sognato i killer della ragazzina bergamasca, tre uomini che ha descritto dettagliatamente ai militari. Non solo.

Il 40enne ha anche rivelato che la notte del 31 dicembre scorso, mentre in auto si stava recando in una discoteca orobica, transitando proprio da Brembate Sopra, ha visto un uomo che, sul ciglio della strada, faceva l’autostop. Si è quindi fermato e lo ha fatto salire a bordo della sua vettura e, con grande sorpresa, si sarebbe accorto che era uno delle tre persone che gli erano apparse in sogno qualche giorno prima. Il presunto killer, sempre stando al racconto del 40enne albanese, gli avrebbe chiesto in prestito il cellulare per telefonare alla sorella. Una volta accompagnato l’uomo al suo appuntamento, il veggente albanese è tornato a Passirano e si è recato dai carabinieri per raccontare l’accaduto. Questi ultimi hanno immediatamente avvertito i colleghi bergamaschi, che ora stanno verificando le sue dichiarazioni e il numero di cellulare chiamato dal presunto assassino di Yara.

Gli investigatori sono scettici, ma non vogliono tralasciare nessuna pista. Nonostante la delusione della svolta che non arriva, le indagini non si fermano. Prima di Natale, in Procura il pm Ruggeri ha sentito cinque ragazzine amiche di Yara, chiedendo loro, per l’ennesima volta, se ricordassero qualche particolare utile per le indagini. Ma non è emerso nulla di rilevante. Le speranze di risolvere il caso sembrano ancora riposte quasi esclusivamente sulle analisi del dna maschile ritrovato sugli indumenti della vittima, ribattezzato “Ignoto 1”. I test di laboratorio hanno stabilito che il presunto killer di Yara sarebbe il figlio biologico di Giuseppe Guerinoni, autista di Gorno morto nel 1999. Un figlio che avrebbe avuto fuori (o prima) del matrimonio, un figlio illegittimo di cui però nessuno ha notizia. Così come non si conosce l’identità della madre, nonostante i centinaia di conoscenti di Guerinoni sentiti in proposito dagli inquirenti.

di Michele Andreucci