Bergamo, 11 dicembre 2013 - Non si sarebbe rassegnata alla fine della loro relazione e soprattutto non avrebbe sopportato la nuova storia d’amore dell’ex compagno. Per questo motivo una donna di 50 anni, impiegata in una banca cittadina, secondo le contestazioni, si sarebbe trasformata nella stalker dell’ex fidanzato, Ernesto Randazzo, 49 anni, figlio di Giacomo, storico ex dirigente dell’Atalanta. La 50enne è così finita davanti al gup Patrizia Ingrascì con le accuse di stalking e di calunnia.

Le perizie del consulente del pm Carmen Pugliese e del giudice dell’udienza preliminare hanno stabilito che la donna è parzialmente inferma di mente, ma pericolosa socialmente, mentre il consulente del suo difensore, l’avvocato Roberto Bruni, ha invece concluso che non esiste alcun pericolo. L’intera vicenda prende il via nel gennaio 2011. Ernesto Randazzo, che lavora come procuratore di calciatori, decide di troncare la sua relazione con l’impiegata bancaria. Da quel momento, però, stando alle accuse, sarebbe iniziato il suo calvario.

L’ex compagna avrebbe cominciato a tempestarlo con migliaia di sms di minaccia - 361 messaggi in soli 15 giorni —, telefonate e lettere anonime (“Ti uccido”; “Ti distruggo la vita, ti farò del male”). La donna, sempre stando alle contestazioni, non si sarebbe fermata nemmeno davanti all’ammonimento del questore, che era arrivato nel giugno 2011. Non solo. Ad un certo punto, la 50enne avrebbe iniziato a prendere di mira anche il padre dell’ex fidanzato, Giacomo Randazzo e la nuova compagna di Ernesto, con telefonate e lettere minatorie.

Ma l’episodio più grave è relativo ad una denuncia anonima inviata in Procura in cui la donna avrebbe accusato Ernesto Randazzo di presunti abusi sessuali nei confronti del bambino della nuova compagna. Le successive indagini degli inquirenti, però, avevano consentito di scoprire che la storia era stata inventata di sana pianta dalla 50enne, che deve quindi anche rispondere del reato di calunnia.
Alla fine dell’inchiesta, l’impiegata era stata iscritta nel registro degli indagati e ora il pm Carmen Pugliese chiede il suo rinvio a giudizio.

Ernesto Randazzo, suo padre Giacomo e la sua nuova compagna sono invece parti offese nel procedimento, assistiti dall’avvocato Francesca Longhi. L’ultima parola spetta ora al gup Patrizia Ingrascì, che deve decidere se mandare a processo la 50enne. La quale può scegliere anche di essere giudicata con l’abbreviato, lo speciale rito che consente, in caso di condanna, di beneficiare dello sconto di un terzo sulla pena finale, oppure di pattegiare.