Bergamo, 31 luglio 2013 - È dal 1998 che le caserme Montelungo e Colleoni (di fatto comprese in un’unico blocco urbano tra via Frizzoni, via Battisti e via San Giovanni e note a tutti con il solo nome di Montelungo) non hanno più alcuna funzione militare e risultano dismesse. Da 15 anni i quasi 23mila metri quadrati di un’area centrale della città, a pochi metri dal parco Suardi e non distante dalle eleganti vie Tasso e Pignolo, sono abbandonati a se stessi, con un futuro ancora tutto da decifrare e, soprattutto, da decidere urgentemente. I lavori eseguiti nei giorni scorsi per puntellare la facciata di via Frizzoni e prevenire possibili rischi di crollo dimostrano quanto in fretta si debba intervenire su uno dei più grandi contenitori vuoti di Bergamo.

La Montelungo dal marzo 2011 è soggetta a vincolo (che si aggiunge ai vincoli paesaggistici sull’area) della Sovrintendenza in quanto considerata patrimonio di alto interesse storico artistico. Il Comune di Bergamo ne ha richiesto l’acquisizione (o l’affitto a canone agevolato) al Demanio, padrone dell’intero comparto, nell’ottobre del 2009, per poi provvedere, con il Pgt adottato dall’amministrazione Bruni, a destinare ad uso pubblico la Montelungo e a uso residenziale e commerciale la Colleoni.

L’uso pubblico paventato per anni era quello di una nuova sede della Gamec, che di fatto, collegandosi attraverso il passaggio pedonale del Parco Suardi all’Accademia Carrara e all’attuale Gamec, avrebbe creato un vero «Polo dell’Arte» nel cuore di Bergamo. L’ufficialità, arrivata nei giorni scorsi, del progetto di Ubi Banca di rimodernamento degli ex Magazzini Generali proprio a beneficio della Gamec allontana però questa soluzione. L’assessore all’Urbanistica Andrea Pezzotta nel febbraio scorso aveva assicurato una decisione circa la destinazione della Montelungo entro la fine del 2013 e aveva annunciato contestualmente l’istituzione di un tavolo tecnico al lavoro sul comparto della ex caserma.

Ma i lavori di riqualificazione del comparto sembrano davvero lontani, non fosse altro che per la mancanza di fondi: basti pensare che due dei tre interventi indicati come prioritari dal sindaco Tentorio, ovvero la ristrutturazione della biblioteca Mai e del teatro Donizetti, hanno costretto il primo cittadino ad un appello economico e finanziario ai privati.