Treviglio, 2 aprile 2013 - Nella vicenda del contestato progetto presentato in Regione dalla società TeAm per realizzare una discarica di cemento-amianto nell’ex cava Vailata, a Treviglio, si inseirsce un elemento nuovo. Infatti, nel tentativo di fare ordine in un panorama di normative frammentarie, il 14 marzo scorso il Parlamento Europeo ha approvato una risoluzione sulle minacce alla salute determinate dallo smaltimento dell’amianto. Si tratta di un documento non vincolante, ma che potrebbe presto divenirlo qualora fosse approvata la relativa direttiva. La risoluzione stabilisce che l’amianto sia da considerarsi rifiuto pericoloso (in Italia non è considerato tutt’ora come tale), ne sconsiglia lo smaltimento in discarica, considerata una misura solo provvisoria che rinvia il problema alle generazioni future, e ne richiede l’inertizzazione.

E’ quanto sostiene il Comitato Contro la Discarica di Amianto a Treviglio, secondo il quale la risoluzione eurpoea potrebbe essere il passo decisivo verso una soluzione della vicenda: l’ex Cava Vailata di Treviglio non avrebbe infatti i requisiti per ospitare una discarica di rifiuti pericolosi (che deve trovarsi ad almeno 500 metri dal centro abitato, per quelli non pericolosi ne sono sufficienti 100) e si potrebbe parlare di un concreto smaltimento dell’eternit attraverso opportune misure di inertizzazione. «Per stessa ammissione di TeAm, - scrive il portavoce del Comitato, Carlo Mancino — l’ex cava Vailata si trova a 220 metri dal centro abitato di Treviglio (senza contare le abitazioni che si affacciano letteralmente sulla cava), risulta evidente che l’ipotetica discarica non rispetterebbe tale fondamentale requisito di legge. Chiediamo alle Amministrazioni di Treviglio, Casirate e Calvenzano e più in generale a tutte le Amministrazioni che si ritengono “reponsabili” — conclude Mancino — di attivarsi prontamente presso Regione e Provincia per sollevare ufficialmente tali riserve».

Le tre amministrazioni comunali di Treviglio, Casirate e Calvenzxano, contrarie al progetto, hanno presentato un ricorso al Tar; la giunta Pezzoni, inoltre, vuole vincolare l’area con una destinazione a verde pubblico e si è proposta di acquistarla con i proventi della vendita dell’ex Foro Boario. Ma sinora non si è ottenuto nulla e il roschio è che i risultati giungano in ritardo rispetto ad un eventuale ok regionale all’apertura della discarica (al momento non è attiva sul territorio lombardo alcuna discarica per amianto)
C’è, infine, un aspetto paradossale dell’intera vicenda. Treviglio e tanti altri comuni della bassa fanno infatti parte di SaaB, società multiutility che detiene il pacchetto di minoranza della stessa TeAm: si viene così a determinare una posizione decisamente ambigua degli enti locali, che sono di fatto attori nella realizzazione di una discarica che dichiarano pubblicamente di non condividere e di voler contrastare.