Cortenuova, 19 gennaio 2013 - Proseguono senza sosta le indagini per risolvere l’omicidio del barista marocchino, Ahmed Ammerti, 47 anni, ucciso sabato notte nel suo locale di Cortenuova con tre colpi di pistola indirizzati al cuore e all’addome. Ma chi ha ammazzato Ahemd, un commando composta da tre persone, è ancora nella Bergamasca o è già fuggito altrove? Per cercare di rispondere a questa domanda i carabinieri della Compagnia di Treviglio giovedì notte hanno effettuato un controllo straordinario del territorio, insistendo in modo particolare sull’area compresa tra Cortenuova, teatro dell’omicidio, Romano di Lombardia, dove vive il fratello della vittima e Zingonia, zona ad alta concentrazione di immigrati.

 

Pattuglie di Romano, Martinengo, Fara e Zingonia hanno organizzato posti di blocco in punti strategici fermando auto ritenute sospette. Parallelamente continuano anche gli interrogatori. Sono già salite a quaranta le persone sentite dagli investigatori: si tratta soprattutto di amici e conoscenti dell vittima, ma anche residenti della frazione Galeazze, dove si trova il “Coconut”, il locale gestito da Ahmed Ammerti, frequentato quasi eslcusisavemente da connazionali, ma anche da spacciatori e pusher. Dagli interrogatori però non sarebbero emersi utili ai fini delle indagini.

 

Un altro fronte sul quale si sono concentrate le attenzioni dei carabinieri è quello relativo agli accertamenti sulle proprietà e i conti correnti della vittima. Ammerti da diversi anni gestiva il “Coconut”, mentre in precedenza si era occupato assieme al fratello Mohammed di altri discobar, a Martinengo e Palosco. Nel frattempo la salma del barista, che viveva in Italia da 25 anni, è stata restituita alla familiari che sono intenzionati a portare il feretro in Marocco per poter celebrare i funerali nel suo paese natale.

 

di Rocco Sarubbi