Orio al Serio, 17 gennaio 2013 - Accertamenti fiscali a piloti e assistenti di volo della Ryanair in organico nello scalo di Orio al Serio, inviati dall'Agenzia delle Entrate: le richieste vanno dagli 8 ai 40mila euro e derivano dal fatto che la compagnia paga tasse e contributi del personale in Irlanda.
Lo afferma la Cgil di Bergamo
.


Si tratta dello stesso filone delle contestazioni avanzate dal Fisco italiano alla compagnia, ma ora secondo il sindacato sono coinvolti direttamente anche i lavoratori. ‘’Ad oggi sono una decina gli avvisi di accertamento dell’Agenzia delle Entrate di cui abbiamo notizia: l’ispettorato provinciale del Lavoro di Bergamo ha contestato alla società l’illegittimità delle modalita’ di assunzione perché - dice la Cgil - tutto doveva avvenire in Italia con l’adempimento dei conseguenti obblighi amministrativi e fiscali’’.
 

La scorsa settimana sarebbero arrivati ai lavoratori i primi avvisi: per gli assistenti di volo le cifre da pagare variano dagli 8 ai 12 mila euro, per i piloti sono ovviamente più alte perché commisurate al reddito, dai 30 ai 40mila euro. ‘’Sulle loro buste paga Ryanair non ha effettuato le ritenute fiscali come sostituto d’imposta in Italia’’, spiega il sindacato. ‘’Non solo non sono stati pagati i contributi previdenziali di questi lavoratori - afferma Marco Sala della segreteria provinciale della Filt-Cgil - ma oggi la situazione ha portato a farne, nei fatti, degli evasori fiscali. Si tratta di un paradosso dovuto alla posizione ambigua di Ryanair che ha per anni approfittato di un buco giuridico anche a livello europeo’’.La compagnia al momento non commenta. Nei giorni scorsi l’amministratore delegato di Ryanair, Michael O’Leary, rispondendo alle domande in merito alla possibilità che ora Ryanair debba pagare i contributi dei propri dipendenti in Italia e non in Irlanda aveva detto che ‘’se l’Italia cambia la legge noi la rispettiamo’’.