Bergamo, 13 gennaio 2013 - La frenesia dello shopping e dell’happy hour del sabato, ha lasciato ieri sera il posto alla solidarietà. Centinaia di persone, infatti, hanno partecipato alla fiaccolata organizzata dal Comune per solidarietà nei confronti della 24enne incinta violentata nella notte tra giovedì e venerdì della scorsa settimana in Borgo Santa Caterina da un operaio kosovaro di 32 anni e per dire no alla violenza sulle donne.


Alle 18,40, quando il corteo ha preso il via da Piazza Matteotti, proprio di fronte a Palazzo Frizzoni, erano presenti oltre 300 persone, ma durante il tragitto per le vie del centro molti altri manifestanti si sono uniti al lungo serpentone, aperto da uno striscione dell’Associazione Aiuto Donna, l’unico centro antiviolenza aperto a Bergamo, al quale si rivolgono ogni anno 200 donne, il 70% delle quali è italiana e ha problemi all’interno di famiglie italiane.


In prima fila il sindaco, Franco Tentorio, in compagnia della moglie, poi i rappresentanti di maggioranza e di opposizione di Palazzo Frizzoni e molti esponenti del mondo politico bergamasco e dell’associazionismo, tutti uniti senza distinzione alcuna. Il corteo, senza slogan e bandiere di partito, ha raggiunto, transitando per il Sentierone e le vie Tasso, Pignolo e Frizzoni, il piccolo parcheggio di via Alberico da Rosciate, nel quartiere di Borgo Santa Caterina, dove la 24enne è stata aggredita e ha subito la violenza.


«Questa fiaccolata - ha sottolineato il sindaco Tantorio - è un’iniziativa doverosa per dimostrare la solidarietà nei confronti della ragazza e per testimoniare, in modo forte e deciso, la volontà dei cittadini affinchè questi fatti non si ripetano mai più. Vogliamo affermare, con calma ma con molta forza, la nostra condanna per episodi simili». Il primo cittadino ha poi commentato il presidio di protesta di venerdì sera sotto la casa dell’operaio kosovaro: «La risposta della città è questa - ha detto - Pur di fronte a fatti così gravi, bisogna comportarsi in maniera civile. E non dobbiamo dimenticare la moglie e i due figli piccoli dell’indagato, che in questo momento soffrono e vivono una situazione molto difficile».

«Siamo qui stasera perchè è nostro dovere esserci — ha aggiunto Oliana Maccarini, presidente dell’Associazione Aiuto Donna — Nella nostra sede passano donne abusate in ogni modo, sia in strada che in casa. Devono sapere che esiste un luogo dove possono trovare aiuto».
Molto duro il commento dell’ex assessore regionale e consigliere comunale leghista, Daniele Belotti. «Sono qui - ha dichiarato - per portare la mia solidarietà alla vittima della violenza sessuale e er manifestare contro ogni tipo di abuso sulle donne, ma anche per chiedere giustizia. Abbiamo visto carcerazioni preventive durare mesi, per presunti colpevoli di reati molto minori. Qui, invece, con un reato così grave, il sospettato si fa due ore in questura e poi va a casa. Perchè?E’ un fatto sconcertante». Sulla stessa linea un gruppo di giovani, gli stessi che venerdì sera hanno manifestato sotto la casa dell’arrestato, che hanno appeso lungo il percorso del corteo alcuni striscioni polemici. Uno diceva: «Prima giustizia, poi solidarietà. Assicurate questo alla città»

di Michele Andreucci