Treviglio, 27 novembre 2012 - Nella notte del 24 maggio scorso, all’interno di un’azienda di Treviglio specializzata nella produzione di macchine serigrafiche, aveva sparato contro tre ladri che stavano mettendo a segno un furto. Uno dei malviventi era stato colpito alla spalla sinistra e il proiettile gli aveva sfiorato un polmone. A terra era rimasto un pluripregiudicato di 23 anni (i complici erano riusciti a fuggire) di nazionalità romena, proprio come il giovane ucciso nella notte tra sabato e domenica, a Caravaggio, da Angelo Cerioli.

In questo caso, però, il colpo era stato sparato da una guardia giurata, iscritta nel registro degli indagati con l’accusa di lesioni volontarie. A sei mesi dai fatti, ora la Procura ha chiuso l’inchiesta, cambiando l’ipotesi di reato: la contestazione nei confronti del vigilante adesso è quella più grave di tentato omicidio. Secondo l’accusa, la guardia giurata avrebbe sparato mentre il 23enne stava scappando. L’avvocato dell’uomo avrà adesso tempo 20 giorni per presentare le memorie difensive. Dopodichè la Procura chiederà il rinvio a giudizio.
 

Tutto era successo intorno alle 2,30, quando era entrato in funzione l’allarme della ditta. L’antifurto era collegato con la centrale di un istituto di vigilanza, che aveva inviato due vetture. Quando gli agenti erano giunti sul posto i malviventi erano già all’opera. Dopo aver rotto un paletto di cemento della recinzione, erano entrati negli uffici, prelevando 800 euro dalla cassa e tagliando i cavi elettrici di alcuni computer. Ma l’allarme li aveva sorpresi e a quel punto avevano deciso di fuggire, lasciando i pc per terra. Una volta in cortile, si erano trovati di fronte le tre guardie giurate contro le quali avevano sparato alcuni colpi di pistola e lanciato delle grosse pietre. I vigilantes avevano risposto al fuoco, ferendo il 23enne, che era stato successivamente operato al San Raffaele di Milano.

M.A.