Treviglio, 11 novembre 2012 - Giornata di mobilitazione, ieri a Treviglio, contro la realizazione della discarica di amianto nell’ex cava Vailata. Dalle 9 alle 17, nelle piazze Manara e Mercato, sono state raccolte firme e distribuito materiale informativo per ribadire le ragioni del no al progetto che prevede un impianto regionale di smaltimento per il cemento-amianto (eternit) nell’area dell’ex cava che coinvolge il territorio di tre comuni: Treviglio, Casirate e Calvenzano.

«L’obiettivo era sensibilizzare i cittadini – spiega Carlo Mancino, portavoce del Coordinamento Contro la Discarica di Amianto – e metterli a conoscenza della situazione e dei rischi legati alla costruzione della discarica. La giornata è stata anche una preziosa occasione di raccolta delle firme per la petizione da inviare alla Regione Lombardia e al Parlamento Europeo. Vogliamo ribadire che non accettiamo tutto con rassegnazione e indifferenza, ma sappiamo lottare per il nostro territorio e la nostra salute».

Alla giornata hanno partecipato anche le tre amministrazioni coinvolte, le sigle sindacali, Coldiretti e il locale presidio Slow Food. Presente, inoltre, Legambiente: «L’amianto va smaltito, ma rispettando l’ambiente – precisano Lorenzo Rota e Vittorio Scaravaggi, rispettivamente presidente e segretario di Legambiente Bassa Bergamasca - In Lombardia al momento ci sono altre tre proposte di discarica in attesa di autorizzazione. Quella di Treviglio speriamo non venga mai realizzata, perchè i pericoli ambientali sono enormi».
A scendere in piazza è anche il Comitato Tutela Ambiente Treviglio e i residenti che abitano vicino all’ex Vailata: «Siamo decisamente contrari alla discarica e, insieme alle venti famiglie residenti nell’area – sottolinea Giovanna Galli, presidente del Comitato – presenteremo, entro il 14 novembre, un nostro ricorso al Tar» (analogo ricorso è stato annunciati ieri anche da Legabiente: i due procedimenti vanno dunque ad aggiungersi al ricorso già annunciato dalle giunte di Treviglio, Casirate e Calvenzano).

«I miei genitori – dichiara Federica Giussani – abitano in una cascina situata a 5 metri dal perimetro sud-ovest della cava. Il progetto è assurdo, l’area è situata in mezzo ad abitazioni e capannoni industriali ed artigianali, con pericoli enormi per la salute se, durante il trasporto del materiale, ci fossero dispersioni delle fibre di amianto». «Sono anch’io un residente confinante con l’ex Vailata – dice Francesco Crifò Carminello – e da sempre sono contrario al progetto. Abbiamo paura di un aumento dei casi di malattie tumorali».

di Silvia Balduzzi