Bergamo, 20 settembre 2012 - Bergamo avrà un nuovo stadio? O ci si dovrà limitare a rimettere a nuovo quello esistente? La risposta dopo la partita dell’Atalanta in casa con il Palermo. Questo l’accordo - informale - che il sindaco Franco Tentorio ha preso con il presidente dell’Atalanta, l’imprenditore Antonio Percassi.

Bocche cucite quindi a Palazzo Frizzoni fino a lunedì prossimo, quando, forse, i tifosi atalantini e la città sapranno se Bergamo avrà uno nuovo impianto, o se invece l’ipotesi di una nuova struttura che la città aspetta da 30 anni si allontanerà ancora. Dopo la rottura definitiva tra i due imprenditori, Antonio Percassi (costruttore e presidente nerazzurro) e Paolo Cividini (proprietario delle aree) sostenitori del masterplan del nuovo “Parco dello Sport” sulle aree agricole di Grumello al piano, (stadio compreso), il cerino passa ora nelle mani dell’amministrazione comunale con il sindaco che si riserva quindi di esprimersi chiaramente sulla questione solo lunedì prossimo, quando, si presume, Percassi gli avrà comunicato ufficialmente le intenzioni del suo gruppo circa il nuovo stadio.

Nel frattempo, tuttavia, almeno un prima notizia certa c’è in questa lunga querelle estiva: è il no alla variante al Pgt protocollata al Comune di Bergamo dalla Gross Center di Cividini a inizio agosto. Nella risposta scritta resa nota ieri ad una interpellanza dei consiglieri comunali Roberto Bruni e Elena Carnevali (della Lista Bruni e del pd), l’assessore all’Urbanistica, Andrea Pezzotta, ha dichiarato che la variante della Gross Center è «incompatibile con il progetto generale del Parco dello sport e non può essere presa in considerazione».

L’assessore ribadisce inoltre che a oggi «il progetto del Parco dello sport, per rispondere alle richieste dell’amministrazione, deve necessariamente prevedere il nuovo stadio, il nuovo palazzetto dello sport ed altre strutture sportive aperte al pubblico. In altre parole, possiamo ammettere che il progetto sia realizzato in tempi e in lotti diversi, ma il contenuto dell’opera dovrà essere necessariamente concordato e condiviso da tutti i soggetti interessati».

di Giuseppe Purcaro