Bergamo, 3 settembre 2012 -Il mito del petrolio che coinvolse non solo le popolazioni del triangolo Treviglio-Casirate-Arzago d’Adda ma l’Italia intera nel lontano 1974 – quando si sperava che il giacimento scoperto nella zona cosiddetta della Malossa potesse risolvere almeno in parte i problemi del rifornimento energetico del Paese in un momento di particolare austerità petrolifera – torna prepotentemente alla ribalta nella zona della Bassa trevigliese, dopo che nei giorni scorsi si è appreso che una società romana ha fatto richiesta per ricerche petrolifere in questo territorio. La notizia scaturisce dal fatto che la Regione Lombardia ha avanzato al ministero dello Sviluppo economico una richiesta di rilascio di autorizzazione alle ricerche stesse, domanda presentata dalla società Mac Oil la quale, attraverso il «Progetto Melzo» - dal nome dell’area entro la quale si svolgeranno le principali ricerche su un territorio di 182 chilometri quadrati, fra le provincie di Bergamo e di Milano - intende appunto sviluppare un’attività specifica nel settore degli idrocarburi, petrolio e anche metano.
 

Immediate le reazioni all’annuncio. Nei Comuni interessati, Calvenzano, Fara Gera d’Adda, Casirate d’Adda e Arzago d’Adda – i residenti in genere hanno commentato positivamente la potenziale ripresa dell’attività estrattiva, soprattutto coloro che fin dal 1974 avevano atteso che il miracolo dell’oro nero potesse cambiare faccia al territorio. Aspettative che si ripropongono oggi, immutate, poiché le ricerche petrolifere restano fonte di grandi speranze di sviluppo economico. 


Non mancano però le voci di dissenso
. Come quella del sindaco di Calvenzano, Aldo Blini, secondo il quale «la Bassa ha dovuto subire diversi tipi di inquinamento e pertanto mi sembra abbia già dato», alludendo alla costruzione sia dell’autostrada Brebemi sia dell’alta velocità Tav Treviglio-Brescia. Il suo collega di Arzago d’Adda, Gabriele Riva, ritiene invece che l’eventuale scoperta di un giacimento «potrebbe dare il via a uno sviluppo importante sul territorio».

La società Mac Oil intende per ora limitarsi alle ricerche, e solo dopo l’esito degli accertamenti potrebbe dare il via a una o due perforazioni del terreno per saggiarlo e per raggiungere eventualmente il giacimento, posto che sia a una profondità raggiungibile con i più moderni e sofisticati strumenti tecnologici di oggi. Resta da vedere dunque come si svilupperà l’intera operazione, per la quale c’è comunque molta aspettativa: l’idea che l’oro nero possa venire estratto dai terreni della Bassa affascina un po’ tutti. Non è la prima volta che sullo sfruttamento dell’area politici e imprenditori ripongono grosse aspettative. Nell’ottobre del 1974, in una giornata nebbiosa, giunsero appositamente da Roma con un volo speciale ad Arzago-Casirate, nell’area che poi venne chiamata Malossa, l’allora presidente della Repubblica Giovanni Leone, il presidente del Consiglio Mariano Rumor e il presidente dell’Eni. Furono accompagnati in visita sul luogo del giacimento, accolti dall’allora sindaco di Arzago Antonio Leoni e da numerosi cittadini, richiamati dalle illustri presenze. Poi lo slancio iniziale si spense. Per anni.

di Amanzio Possenti