Bergamo, 19 agosto 2012 - Otto uomini tra carabinieri, poliziotti e finanzieri. Sono quelli che fino a lunedì scorso dovevano piantonare ogni giorno la villa di Roberto Calderoli, sui colli di Mozzo, in provincia di Bergamo. E restavano di guardia anche quando l'ex ministro leghista non era in casa.

Ora il presidio fisso delle forze dell’ordine davanti alla villa, che era stato disposto dal Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica di Bergamo, è stato tolto. La decisione del Comitato era dovuta al fatto che Calderoli è nel mirino degli estremisti islamici fin dal 2006, a seguito della famosa vicenda della maglietta con la caricatura di Maometto.

Oltre agli 8 uomini del presidio fisso, Calderoli dispone anche di una scorta personale (che è stata mantenuta) formata da altri 8 agenti, quattro a Roma e quattro a Bergamo. Un servizio che aveva scatenato le proteste dei sindacati di polizia Ugl e Siulp, visto che negli ultimi due anni era costato 900 mila euro.

Dal canto suo il senatore leghista ha spiegato ha spiegato alla stampa, non nascondendo comunque una certa preoccupazione: ‘’Sono tornato un uomo libero. È una decisione che non fa seguito alle polemiche sulla scorta del presidente Fini, ma concordata una decina di giorni fa dal Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza, nell’ottica di un ridimensionamento generale delle scorte. A tutti è stato abbassato di un grado il livello di sicurezza, e trovo che sia giusto’’.