Bergamo, 26 luglio 2012 - «Non abbiamo avuto notizia, non abbiamo avuto nessun riscontro alla consulenza che abbiamo depositato in procura il 20 giugno. Questo ci dà un senso di smarrimento, lo stesso che provano i genitori di Yara». Giorgio Portera, ex tenente del Ris, è il genetista forense milanese nominato dalla famiglia Gambirasio. Ha consegnato alla procura di Bergamo la sua relazione con alcune richieste, fra cui una centrale: che vengano eseguiti nuovi esami sul Dna «ignoto» trovato sugli indumenti, i leggings e gli slip di Yara. La traccia lasciata da chi, la sera del 26 novembre di due anni fa, ha ghermito la ginnasta tredicenne all’uscita del centro sportivo di Brembate di Sopra, l’ha trascinata, aggredita, ferita e lasciata morire in solitudine, fra le sterpaglie di un campo a Chignolo d’Isola, a una decina di chilometri da casa. Analisi mirate, con la finalità precisa di stabilire se il presunto omicida ha un rapporto di parentela con un uomo che vive a Gorno, piccolo borgo della bergamasca Val del Riso.

Gli esperti del Ris, che hanno esaminato il Dna rimasto su Yara, hanno circoscritto alcuni punti di contatto con il codice genetico dell’uomo di Gorno. Da allora il paese è stato geneticamente schedato, senza risultati. Ma il consulente dei Gambirasio sostiene che ogni dubbio va fugato, che prima di abbandonarla si deve avere la certezza assoluta che la «pista Gorno» si perde nel vuoto. Con nuovi esami, dal punto di partenza nel campo di Chignolo, all’ipotetico punto di arrivo, a Gorno.

«La nostra consulenza - incalza Portera - era una occasione per riaprire un confronto, un dialogo con la procura. Di fronte al silenzio i genitori di Yara provano un senso di isolamento. Anche loro vogliono sapere. Hanno sempre offerto tutta la disponibilità e aspettano delle risposte agli accertamenti chiesti, di cui conoscono tutti i dettagli. Una risposta anche negativa, purché motivata».La strada scelta è stata invece quella della campionatura di massa, circa 13mila i campioni di saliva raccolti finora, 8mila i Dna estratti. E da Parma il Ris ha comunicato le crescenti difficoltà a fare fronte a una mole di lavoro tanto imponente. «Le indagini - dice Portera, che annuncia una seconda relazione per settembre - si sono concentrate esclusivamente alla ricerca di campioni di raffronto. Con un grande dispendio di energie, forze, tempo e soldi, si parla ormai di milioni di euro. Ma quando non si approda a nulla è perché si è partiti male».

Senza dimenticare alcune zeppe. Come nel caso di tracce biologiche sia sul corpo sia sugli abiti di Yara, di cui Portera ha scoperto l’esistenza scorrendo le carte, senza che fossero mai state sottoposte alle analisi. Il consulente dei Gambirasio le ha chieste e ottenute. Attende. Mentre si avvia l’ultima proroga alle indagini, non è terminata al comando dei carabinieri in via delle Valli la sfilata degli amici di Keba, la sorella di Yara, maggiore di due anni. Audizioni condotte dagli investigatori del Ros che hanno puntato la loro attenzione sui gruppi di minorenni in circolazione a Brembate di Sopra.

Domande che si ripetono, sempre uguali. Se si conoscono altri amici di Keba, anche non residenti a Brembate. Se dopo la sparizione di Yara altri coetanei hanno smesso di frequentare i luoghi abituali di ritrovo, se si sono assentati, se parlavano con insistenza dell’accaduto. Una nuova pista oppure soltanto (come semplifica uno degli inquirenti) una «rilettura del caso partendo dal principio, dalle prime persone ascoltate». «Spero - auspica l’avvocato Enrico Pelillo, legale dei Gambirasio - che si tratti di un’attività mirata e non di uno sparare nel mucchio». L’inizio della tragedia orobica racchiude anche la figura di Mohamed Fikri, il manovale marocchino blindato per una clamoroso errore nella trascrizione di una telefonata intercettata. Rimane l’unico indagato. La sua posizione, terreno di contrasto, dissenso e scontro fra gli inquirenti, è stata stralciata e attende di essere archiviata dal gip Vincenza Maccora come richiesto (per due volte) dal pmLetizia Ruggeri. Un’attesa che si prolunga.
 

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