Bergamo, 19 giugno 2012 - Non solo automobili e asfalto. La nuova BreBeMi, che attraverserà anche parte della pianura bergamasca, si sta lentamente trasformando in una inattesa opportunità culturale. A testimoniarlo non c’è solo la documentata ricerca condotta da Autostrade Lombarde e Università Cattolica del Sacro Cuore, presentata ieri a Brescia, ma anche la copiosa mole di reperti venuti alla luce nei cantieri durante i lavori di scavo per la realizzazione dell’infrastruttura.

Pezzi, frammenti, ma anche interi manufatti, miracolosamente sopravvissuti allo scorrere dei secoli, databili tra la preistoria e il Medioevo, che attualmente sono in fase di pulizia e catalogazione all’interno delle circa 100 aree archeologiche aperte dalla Soprintendenza ai Beni culturali lungo il tracciato della nuova arteria. Difficile conoscere i dettagli di questa maxi-operazione di ricostruzione storica: quel che è certo è che gli specialisti si stanno prendendo cura, fra gli altri, di reperti dell’Età del bronzo rinvenuti ad Antegnate; di tombe altomedievali e di una fornace d’epoca romana ritrovate a Cassano d’Adda, nel Milanese, e di alcune necropoli dell’Alto Medioevo scoperte a Fara Olivana. 

Veri e propri tesori che, in alcuni casi, potrebbero aiutare a decifrare meglio, se non addirittura a riscrivere, la storia plurisecolare dei borghi della pianura orobica e che, in futuro, non potranno non avere una destinazione museale. Del piano operativo si sta prendendo cura un pool di architetti, archeologi, storici e galleristi che si è organizzato nel “Progetto Geradarte” e che ha già anche indicato la potenziale sede dello spazio espositivo: l’ex complesso monastico cistercense di via Roma, a Caravaggio, risalente al XVII secolo, in antico sede dell’ospedale cittadino e poi divenuto di proprietà comunale.

L’idea è qualcosa di più di una ipotesi, visto che sul piatto c’è anche un nome, «Museo d’arte della Gera d’Adda», e un’articolata proposta che comprenderebbe, oltre alle sale destinate ai ritrovamenti archeologici, anche spazi riservati all’arte moderna e contemporanea: «Un connubio – lo descrive Alessandro Mario Gritti, del “Progetto Geradarte” – capace di coniugare in maniera innovativa passato e presente e poter così servire da efficace richiamo per turisti e appassionati provenienti dall’intera Lombardia e non solo».

Gli ingredienti per fare le cose in grande, inaomma, ci sono tutti. Ma rimane un’incognita: Autostrade Lombarde, infatti, non ha ancora preso una decisione e, negli ultimi mesi, ha commissionato uno studio di fattibilità indispensabile proprio per capire quali potranno essere i luoghi più adatti nei quali rendere visibili al grande pubblico le testimonianze storiche recuperate lungo il tracciato della BreBeMi. Tra le altre ipotesi, si parla anche degli Autogrill. Gritti, tuttavia, non nasconde le ambizioni del costituendo Museo: «Speriamo di essere prescelti – conclude – per un’operazione culturale di cui condividiamo perfettamente gli scopi e le finalità a beneficio dell’intero territorio».