Bergamo, 26 settembre 2011 - Sintesi degli obiettivi programmatici: mantenere vivo sul territorio il patrimono ideale legato ai valori dell’autonomia e dell’autogoverno, oggi disattesi anche da chi ne aveva fatto una bandiera». Battesimo ufficiale l’8 ottobre al Cristallo Palace di Bergamo, con il convegno “Ricominciare da Miglio”, nel decennale della morte dell’ideologo del federalismo e dell’autonomia.

Venti di scissione nella Lega Nord in terra bergamasca, con lo sbarco della Lega padana-Unione Padana Alpina, il movimento indipendentista guidato a livello regionale da Giulio Arrighini, uscito allo scoperto all’inizio di settembre alla Camera: mentre il capogruppo Marco Reguzzoni stava parlando della manovra, uno striscione contro Bossi e la Lega «romanizzata» era stato sciorinato da Giovanni Ongaro (uno di primi quattro deputati eletti dal Carroccio orobico nel ’92) e da alcuni militanti.

 

Prima sezione a Palazzago, paese da tre lustri a guida leghista, dove Cristiano Forte, fino a cinque anni fa segretario provinciale, ha riunito una ventina di dissidenti. Fra i programmi immediati la presentazione di liste in centri della Val Seriana, Gandino, Leffe, Nembro. Giovanni Ongaro è battagliero: «Siamo nati perché siamo delusi. Da dieci anni mi ero un po’ ritirato dalla politica anche se continuavo a rinnovare la tessera. L’ho fatto fino alla primavera scorsa. Hanno fatto della Lega un partito di famiglia. Abbiamo molti consensi.

Ci stiamo organizzando anche per non ritrovarci impreparati di fronte a tutte le adesioni che riceviamo. Sarà dura perché Roma ladrona è anche Roma padrona. Ma non possiano assistere passivi a questa disgregazione. In novembre terremo il nostro congresso, probabilmente a Milano. Non parteciperemo alle elezioni per Camera e Senato perché chi va a Roma diventa romano. Per le europee valuteremo con i veneti. Pensiamo ad amministrare i nostri paesi». Lapidario Cristian Invernizzi, segretario provinciale bergamasco: «Sbagliano se pensano di arrivare all’indipendenza della Padania dividendo le truppe. E non riusciranno a dividere la Lega».