Bergamo, 8 settembre 2011 - Monta la polemica in città per l’edificio di 6 piani per 24 metri di altezza che ha offuscato la visuale su Città Alta a chi arriva a Bergamo uscendo dall’autostrada A4. La nuova struttura commerciale e terziaria (un albergo, un supermercato e uffici), il cui cantiere è in corso d’opera in via Autostrada, sta suscitando un vivace dibattito in città e sta dividendo le forze politiche locali, mettendo in imbarazzo i precedenti amministratori di centrosinistra.

 


E per fare chiarezza sulle responsabilità politiche di chi ha approvato quel Piano integrato di intervento, sul ruolo del costruttore privato e su certe scelte “inopportune”, la giunta di centrodestra ha convocato ieri in municipio una conferenza stampa cui hanno preso parte il sindaco Franco Tentorio, l’assessore all’urbanistica Andrea Pezzotta, l’assessore all’edilizia privata Tommaso D’Aloja e il collega ai lavori pubblici Alessio Saltarelli.

 


La vicenda è iniziata tre anni fa, quando la giunta Bruni e la maggioranza di centrosinistra adottò e poi approvò il “Pii Autostrada”, con il voto contrario del centrodestra. Un intervento da 45mila metri cubi, dal valore commerciale di 40 milioni di euro stimati, a fronte di circa 4 milioni di euro che il privato dovrà realizzare in opere primarie e secondarie a favore della collettività, secondo una convenzione sottoscritta tra ente locale e privato giusto il giorno prima dell’apertura dei seggi (5 giugno 2009).

 


Il sindaco ieri ha messo le mani avanti: «Non ce la prendiamo - ha detto - con il costruttore, che ha tutte le carte in regola per operare, né con chi ha emesso il provvedimento di permesso di costruire sotto il nostro mandato: quel progetto era blindato, immodificabile, a meno che non fosse stato il diretto costruttore a fare un passo avanti. Noi stigmatizziamo soprattuto questa prassi di dare più volumetrie in cambio di maggiori entrate per le casse comunali». Gli assessori Pezzotta e D’Aloja inchiodano la maggioranza di centrosinistra alle sue responsabilità politiche: «I disegni allegati alla pratica - rivela - DìAloia - portata in consiglio comunale mostravano chiaramente che quell’edifico avrebbe offuscato Città Alta».

 


Ma l’attuale amministrazione non può fare più nulla, ha davvero le mani legate? «Sì - risponde Pezzotta - Quel progetto era blindato. Il dirigente comunale non ha potuto fare altro che emettere il provvedimento di via libera ai lavori. Noi non potevamo opporci, pena l’avvio di cause di risarcimento danni stratosferiche. Ora potremo solo vigilare e attendere la fine dei lavori». In conclusione: Bergamo si dovrà tenere il “ muro” di via Autostrada.