Bolgare, 12 luglio 2011 - Il cartello, appeso alle persiane delle abitazioni e sui cancelli, è quantomeno imbarazzante: «Vendesi ma non posso perché dopo sei anni manca certificato di abitabilità». Autori della singolare protesta sono i residenti di via Monza, a Bolgare, proprietari di alloggi realizzati da un’impresa edile di Palazzolo sull’Oglio (Brescia) a seguito di regolare concessione edilizia rilasciata dall’amministrazione comunale. E allora il problema qual è? A spiegarlo è uno dei proprietari interessati, il quale, esasperato, ha deciso di rivolgersi ai giornali: «La procedura per la concessione del certificato di abitabilità – spiega – è stata sospesa il 17 marzo del 2004, a soli cinque giorni dalla presentazione, in attesa dell’esibizione del certificato di collaudo definitivo delle opere di urbanizzazione».

La richiesta, però, si rivela tutt’altro che una formalità: «Ad oggi – sottolinea l’autore della documentata missiva – tale collaudo non è ancora stato effettuato. Nel contempo, invece, l’Azienda sanitaria locale, chiamata dai proprietari per un controllo dei locali, ha riscontrato carenze in ordine al Regolamento di igiene, in particolare per quanto riguarda l’aerazione e l’illuminazione, e dichiara gli alloggi inabitabili».

Una tegola per coloro che avevano comprato perché le ultime disposizioni, in particolare una sentenza della Corte di Cassazione del novembre 2009, legano le mani a chi debba alienare una casa senza la necessaria documentazione: «Siamo gente che ha impegnato i risparmi di una vita per pagare in contanti – ripetono gli abitanti di via Monza – oppure hanno faticato per ottenere dalla banca un mutuo. E adesso? Benché i versamenti siano regolarmente avvenuti, ci troviamo nell’impossibilità di vendere i nostri immobili giacché, secondo quanto stabilito dalla Cassazione, il venditore e il notaio devono presentare, al momento del rogito, proprio il certificato di abitabilità. Noi, dopo quasi 7 anni, ancora non l’abbiamo e disperiamo, ormai, di ottenerlo viste le gravi carenze degli edifici rispetto ai requisiti previsti dalla normativa vigente». Per il momento i residenti del quartiere di Bolgare hanno scelto di dare voce alla loro protesta con i cartelli di vendita che spiegano, comunque, perché l’affare non potrebbe concludersi.

E intanto sperano in un interessamento delle istituzioni: «Purtroppo – insistono – siamo vittime del comportamento spregiudicato di certi costruttori. E il fatto grave è che quanto denunciamo non riguarda solo gli immobili della nostra strada ma tantissime altre realtà di eguale e superiore importanza anche fuori dalla provincia di Bergamo. Ecco perché ci auguriamo che qualcuno intervenga in nostro aiuto».