Bergamo, 3 maggio 2011 - «Le regole vanno essere rispettate, ma non dobbiamo lasciare soli in queste condizioni i profughi tunisini arrivati da Lampedusa. Oggi (ieri, ndr) abbiamo preso atto delle loro difficoltà». Lo ha annunciato ieri l’assessore comunale ai Servizi sociali, Leonio Callioni, a margine del vertice che si è tenuto in Prefettura proprio per discutere del problema.

All’incontro, oltre a Callioni, erano presenti il prefetto Camillo Andreana, il questore Vincenzo Ricciardi, il presidente della Provincia Ettore Pirovano e i rappresentanti della Caritas e della comunità Ruah di Bergamo.
 

Durante la riunione è stata stabilita la necessità di realizzare una mappa delle presenze tunisine nella Bergamasca, anche in previsione di nuovi arrivi previsti nei prossimi giorni. Provincia e Comune si sono dichiarati disponibili ad aiutare Caritas e Ruah («nel limite dei gravi deficit di bilancio») nell’organizzare e inserire i nuovi migranti.

Si tratta - è stato stabilito nel corso del vertice - di organizzare la loro presenza sul territorio: trovare loro un luogo di accoglienza, ma anche fornire loro i mezzi di sostegno per vivere dignitosamente. «E questo - ha sottolineato Callioni - evitando di cedere a provocazioni e strumentalizzazioni».
 

Come quella che si è verificata a Mozzo la sera del 1°maggio, quando la polizia è dovuta intervenire alla cena organizzata all’oratorio dal curato don Andrea Pedretti per consentire un incontro pacifico tra i profughi tunisini e diversi politici bergamaschi.
 

Al termine della cena, allorchè il sindaco di Mozzo Silvio Peroni e i due consiglieri regionali della Lega Nord, Daniele Belotti e Roberto Pedretti stavano informando i migranti sulle possibilità di inserimento e anche sull’opportunità di raggiungere la Francia, due rappresentanti della sinistra antagonista, che non erano stati invitati, hanno lanciato alcune provocazioni verbali («Sono qui da oltre un mese e questa è la prima cena che viene organizzata per loro. Fatevi dire per quanto tempo potrete rimanere alla comunità Ruah»).
 

Il curato, a quel punto, è andato su tutte le furie e ha risposto a muso duro ai due esponenti della sinistra antagonista: «Nessuno vi ha invitato». È iniziato quindi un diverbio piuttosto acceso, che ha reso necessario l’intervento della Digos. Gli agenti, intervenuti con alcune pattuglie, hanno identificato i due rappresentanti della sinistra e sono riusciti a riportare la calma in poco tempo.