Bergamo, 5 aprile 2011 - Si annunciano tempi cupi per il futuro della scuola bergamasca. Il 2011, infatti, è l’ultimo dei tre anni di razionalizzazione della spesa pubblica nel delicato settore dell’istruzione decisi dal Governo nell’ambito delle misure per il contenimento del deficit.

Secondo i sindacati, però, il provvedimento si tradurrà nell’ennesimo salasso di insegnanti e personale tecnico amministrativo. Solo in territorio orobico, stando alle cifre fornite da Flc Cgil, Cisl Scuola e Uil Scuola, la situazione è destinata ad assumere, nell’anno scolastico 2011-2012, «tinte fosche e drammatiche»: i docenti diminuiranno di 267 unità (156 saranno quelli in meno soltanto nelle primarie) mentre gli Ata subiranno una decurtazione di 163 posti.

In entrambi i casi si tratta di numeri che vanno ad aggiungersi ai tagli già praticati nel passato. «A Bergamo – constatano con amarezza i segretari generali Tobia Sertori (Flc), Vincenzo D’Acunzo (Cisl Scuola) e Cesare Maggiore (Uil Scuola) – c’era un servizio di qualità. Adesso, invece, non ci sarà più».
 

I sindacati hanno incontrato il dirigente scolastico provinciale facente funzioni, Pierino Danesi, il quale ha confermato che «la dotazione organica assegnata è inferiore di 125 posti rispetto alle richieste dei dirigenti scolastici». Questo, a fronte di un aumento calcolato pari a 189 alunni i quali, tuttavia, dovranno fare i conti con una riduzione di 14 classi a tempo pieno e una dotazione organica utile a coprire solo il tempo scuola inferiore di 178 unità.

Il Provveditorato ha comunque già annunciato alcune contromisure: tra queste, la riduzione del tempo-mensa a 60 minuti, il reinserimento dei docenti di inglese nei posti comuni e l’assegnazione di tutti i docenti necessari al sostegno ma senza classi con numero ridotto.

Di fronte a tale prospettiva, i sindacati hanno chiesto l’intervento del presidente della Regione, Roberto Formigoni, l’apertura di un tavolo istituzionale di confronto e un incontro con la presidenza regionale dell’Anci. «Sono preoccupato come cittadino e genitore – è il commento del deputato Pd, Antonio Misiani - Il Governo deve cambiare rotta».