Bergamo, 30 marzo 2011 - Non accenna ad arrestarsi la corsa al ribasso dei prezzi degli immobili, sia in città che in provincia. Soltanto nel 2010, per il terzo anno consecutivo, il calo - secondo il report dell’Osservatorio previsionale della Federazione italiana agenti immobiliari professionali di Bergamo contenuto nell’annuale pubblicazione che censisce i 43 quartieri del capoluogo e i restanti 243 Comuni del territorio - è stato in media del 7% per le abitazioni, del 10% per il commerciale e addirittura del 12,78% per i capannoni.
Dal 2007, l’anno del picco più elevato prima della grande crisi, il ridimensionamento è stato ancor più consistente e ha raggiunto, nel triennio, circa il 20%. Ma gli addetti ai lavori gettano acqua sul fuoco delle preoccupazioni dei proprietari: «Nel decennio 1997-2007 – hanno sottolineato Roberto Boffelli, Antonino Chiarini e Salvatore Ranucci, componenti del Comitato scientifico dell’Osservatorio Fiaip, presentando il volume nella sede dell’associazione in via Milano – i valori, complice pure l’euro, erano schizzati verso l’alto del 120-130%. Anche tenendo conto degli effetti della crisi, i numeri sono quindi più che soddisfacenti visto, tra l’altro, che l’appartamento abitato aiuta la famiglia a risparmiare e quello affittato procura un reddito supplementare».
Niente panico, quindi? Per il presidente provinciale Fiaip, Giuliano Olivati, è sicuramente consigliabile un “sano realismo”: «Le previsioni per il 2011 – ha spiegato – indicano timidi segnali di ripresa e un miglioramento delle compravendite ad uso residenziale, con particolare attenzione alle aree centrali di Bergamo».
Che sono, per tradizione, le più desiderate: così la “forbice” di prezzo minimo/massimo al metro quadro oscilla tra i 5.500 e i 7.500 per gli alloggi nuovi o ristrutturati nelle aree di pregio di Città Alta e tra i 4.200 e i 5.200 per i “centralissimi” in Città Bassa.
Gli importi scendono di circa il 40% se, invece, si prendono in considerazione, negli stessi contesti, case in buono stato, mentre a soffrire di più sono, come sempre, quelle che sorgono nei quartieri più periferici del capoluogo: il nuovo oscilla così tra i 1.900 e i 2.100 euro al metro quadrato a Campagnola, a San Tomaso de’ Calvi (dove, però, l’apice può raggiungere anche i 2.300 euro), alla Celadina e alla Grumellina.
Con un'importante precisazione, però: «Nelle stesse zone – hanno rilevato gli estensori della ricerca, basata sui dati forniti da una rete informativa costituita da 300 associati - i prezzi più alti si possono spuntare per gli appartamenti che rientrano nelle migliori classi energetiche, A o B».
«A Bergamo c’è ancora voglia di casa – ha aggiunto Olivati – ma è difficile far incontrare la domanda con una offerta spesso legata a prezzi vecchi e ormai impraticabili». Poi rimane il “nodo” del credito: «Le banche – hanno aggiunto i rappresentanti della Fiaip – sono più attente a concedere i mutui ma è importante ricordare che, in provincia, il 56,11% delle compravendite avviene proprio grazie a questo tipo di sostegno».
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