Bergamo, 9 febbraio 2011 - «Il Daspo (il divieto di assistere a manifestazioni sportive, ndr) è quanto di più inutile possa esserci contro i tifosi». Parola della dottoressa Carmen Pugliese, il sostituto procuratore che ha condotto la maxi inchiesta sul tifo violento e che ha ribadito la sua contrarietà al provvedimento anche ieri, in occasione della conferenza stampa.
 

«Si tratta - ha sottolineato il magistrato, uno dei più anziani, bravi ed esperti in forza alla Procura di Bergamo, capace di risolvere, nel corso degli anni, inchieste intricatissime - di una misura inutile. Anzi, da alcune intercettazioni telefoniche è emerso che il Daspo per certi tifosi è quasi un motivo di vanto. Chi non è sottoposto a questo provvedimento, infatti, non acquisisce punti nella scala gerarchica della tifoseria».
In poche parole, secondo il ragionamento degli inquirenti, il tifoso sottoposto a Daspo sarebbe più rispettato e ascoltato dai suoi compagni.
 

«Grazie a questa indagine - ha proseguito parlando comn i cronisti il sostituto procuratore - abbiamo aperto uno squarcio sulla tifoseria che nessuno aveva mai voluto approfondire». Tra questi anche le visite che alcuni calciatori atalantini e dirigenti della società, secondo le accuse, avrebbero effettuato a casa dei tifosi finiti agli arresti domiciliari, dopo partite senza brillanti risultati portando loro dei regali, soprattutto maglie.