Curno, 16 dicembre 2010 - Era accusato di aver dirottato, dal giugno 2007 al luglio 2009, il traffico telefonico privato, per circa 7mila euro, sui conti del Comune. Ma giovedì il gip Vittorio Masia, accogliando la richiesta dello stesso pm Giancarlo Mancusi, ha archiviato il procedimento giudiziario per peculato nei confronti di Roberto Pedretti, capogruppo leghista in Municipio (nel novembre del 2009 il sindaco Angelo Gandolfi gli revocò le deleghe di vicesindaco e assessore alla Sicurezza) e consigliere regionale.

Il caso risale all’estate del 2009. Pedretti, che ricopre ancora l’incarico di vicesindaco, beneficia di una convenzione che l’amministrazione di Curno ha stipulato per alcuni componenti e dipendenti: scatti di servizio addebitati al bilancio comunale, scatti personali a proprio carico dopo aver digitato un codice. Codice che, secondo le accuse, Pedretti si sarebbe spesso e volentieri dimenticato di comporre. All’improvviso in Comune arriva l’avviso Telecom: avete sforato il forfait.

Il primo cittadino Gandolfi si insospettisce e scopre che, a fronte di qualche dipendente che all’amministrazione comunale telefonicamente costa pochi euro al mese, c’è un cellulare che incide per migliaia di euro. È quello dell’allora vicesindaco Roberto Pedretti e guarda caso il periodo coincide con la vigilia delle elezioni europee, a cui l’esponente del Carroccio si è candidato.

«Non è che si è pagato la campagna elettorale con i nostri soldi?», maligna qualcuno in Comune. Ma il pm Mancusi giunge alla conclusione che non esistono gli estremi per contestare l’accusa di peculato. «Sono soddisfatto della decisione del gip - sottolinea Pedretti -. Non avevo nulla da nascondere e ho sempre agito correttamente».