Brembate Sopra, 14 dicembre 2010 - Si sono allargate ancora le ricerche di Yara Gambirasio, scomparsa il 26 novembre scorso dalla sua abitazione di Brembate Sopra. Si continua a ispezionare la Bergamasca e nella giornata di martedì 14 dicembre i carabinieri hanno cercato nella zona di Dalmine e Zingonia. Verifiche anche nella zona del Querceto di Almenno San Bartolomeo e nelle vicinanze delle grotte delle Meraviglie di Zogno. Altre ricerche da parte di una trentina di persone hanno interessato la zona di Algua e dell'orrido di Bracca.
 

I due gruppi di persone impegnati nelle ricerche, a quanto si è saputo, da mercoledì 15 dovrebbero unirsi in un solo pool e ripartire assieme. A Mapello operano gli agenti della Mobile, gli agenti del reparto Prevenzione Crimine di Milano, la Forestale, la Polizia Provinciale e i volontari del Gev (Gruppo ecologico). A Brembate Sopra vi sono carabinieri, vigili del fuoco, protezione civile di Brembate e Palazzago.
 

Sul fronte delle indagini, dalle rilevazioni effettuate dalla compagnia teelfonica di Yara, è risultato che il suo telefonino alle 18,55 di venerdì 26 novembre aveva sì agganciato la cella telefonica di Mapello, come si sa da settimane, ma non perchè la ragazzina fosse stata portata verso il paese vicino (e quindi verso il cantiere del centro commerciale ispezionato per oltre due settimane) ma perchè a causa dell’intenso traffico telefonico la cella di Mapello era venuta in soccorso di quella di Brembate Sopra.

Ma fisicamente il telefonino si trovava a Brembate Sopra circa mezz’ora dopo che la ragazzina aveva lasciato il centro sportivo. Non si sa ancora in che zona, ma con un lungo lavoro di analisi di traduzione dei dati telefonici sarà possibile individuare, con un’approssimazione il più limitata possibile, la posizione indicativa del cellulare prima della scomparsa.
 

Questo dato conferma la tesi di chi dice di avere visto Yara nei pressi del centro commerciale e smentisce il fiuto dei cani «molecolari» che invece avevano in più occasioni puntato verso Mapello. Si pensa che, essendo in grado di percepire una molecola di profumo anche a dieci giorni di distanza, avessero forse fiutato una pista vecchia.

Secondo i tracciati dopo i due squilli il cellulare «vive» ancora per pochi secondi. Da quel momento è il silenzio. Qualcuno ha spento l’apparecchio e forse lo ha reso del tutto irrintracciabile eliminando sia la scheda sia la batteria. Gli investigatori stanno esaminando chilometri di immagini riprese dalle telecamere della rete autostradale, con un interesse particolare per quelle che portano al valico di Como Brogeda e quindi alla Svizzera, seguendo l’ipotesi del sequestro di persona. La polizia cantonale è stat ainteressata per le immagini riprese dai «Droni», gli aerei senza pilota che il contingente italiano impiega in Afghanistan. Nei cieli della Confederazione sorvolano anche di notte le frontiere e i sentieri di montagna.

Riescono a inquadrare le auto e le targhe. La polizia italiana chiederà le riprese ai valichi di frontiera oppure segnalerà ai colleghi svizzeri le vetture sospette. Ci si affida alle immagini satellitari. Ma per fornire fotogrammi utili il satellite si sarebbe dovuto trovare in perpendicolare su Brembate. Il pm Letizia Ruggeri ha coordinato un vertice in procura. Gli investigatori hanno richiesto informazioni al Gico della Guardia di Finanza che aveva condotto le indagini che portarono all’arresto di due fratelli bergamaschi per riciclaggio e traffico di stupefacenti.

Era uscita l’ipotesi di un collegamento fra il lavoro del padre di Yara e questa vicenda, ma aveva finito per galleggiare nel vuoto. Tutto viene analizzato e per questo non vengono trascurati i rapporti lavorativi del padre di Yara così come non si tralasciano le indagini patrimoniali. Le ricerche hanno toccato anche il Bresciano: a Palazzolo sull’Oglio è stata battuta l’area dell’ex Cotonificio Ferrari, un stabilimento dismesso teatro di un rave party un anno fa.